Dopo la calorosa accoglienza al Giffoni Film Festival del 2019, il 24 giugno debutta anche in sala, distribuito da Medusa Film, Storm Boy – il ragazzo che sapeva volare, film diretto da Shawn Seet e tratto dal classico della letteratura per famiglie di Colin Thiele del 1964. Interamente ambientata nel lontano Coorong National Park dell’Australia Meridionale, la storia ruota intorno all’insospettabile amicizia tra un ragazzo e un pellicano.
Si tratta di un film fortemente legato al territorio e che, per questo, vanta un cast interamente australiano guidato dall’attore pluripremiato Geoffrey Rush, vincitore tra le altre cose di un Oscar, un Emmy e due Golden Globe. Con lui, il giovanissimo e sorprendente Finn Little, al suo esordio, Jay Courtney e l’attore indigeno australiano Trevor Jamieson.
Sullo sfondo di magnifici panorami sospesi tra mare e cielo, si snoda un film diretto con eleganza. Toccante ma mai stucchevole, la sceneggiatura è stata capace di adattare una fiaba classica della letteratura australiana al contesto odierno. Michael Kingley (Geoffrey Rush) è un nonno alle prese con una nipotina che non può accettare le disdicevoli scelte antiecologiste della ricca azienda di famiglia. Da questo pretesto inizia la storia dell’infanzia dell’uomo, quando viveva da solo con il padre pescatore in una casa diroccata in riva al mare. Michael racconta di come da piccolo avesse salvato e si fosse preso cura di un pellicano. Un rapporto che diventò presto un’amicizia indissolubile capace di cambiare la vita di tutte le persone che li circondavano. Fin dalle prime scene il bianco pellicano viene visto come il simbolo di qualcosa di puro, che veicola un messaggio di rispetto per la natura anche a decenni di distanza, generazione dopo generazione.
“Per noi in Australia il legame spirituale con la natura è un elemento fondamentale. – spiega direttamente da Melbourne Geoffrey Rush – Con l’arrivo del Covid e durante la pandemia, stando a casa, abbiamo potuto guardare la terra con occhi nuovi e capire quanto l’uomo sia invadente e quanto sia necessario preservare gli spazi liberi e aperti. Abbiamo dato al pianeta tempo di respirare”.
Questo messaggio ecologista di fondo è sapientemente connesso al tema della famiglia e, in particolare, del rapporto padre-figlio. Nelle figure del giovane Michael e della sua nipotina, infatti, traspare la consapevolezza del fatto che dovranno essere le giovani generazioni a prendere in consegna l’eredità delle precedenti, ponendo un freno ai numerosi errori e alle sconsiderate scelte del passato.
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