L’ultima di quattro opere teatrali nella tetralogia minore di William Shakespeare, e l’ultimo sovrano d’Inghilterra appartenente alla casa di York: Riccardo III, che nella realtà regnò fino al 1483, è il soggetto dell’altrettanto vera storia di Philippa Langley (Sally Hawkins), colei che ha permesso fossero ritrovati i resti del sovrano, e il cui primo scopo è sempre stato di ristabilire la verità storica: nel 2012 è riuscita a far prender vita a una sottoscrizione pubblica per il sostegno degli scavi sotto un parcheggio, per cui “quel che resta di Riccardo” è stato rinvenuto a Leicester.
“Per chi vive in Inghilterra è una storia famosissima: quella di un re ritrovato in parcheggio, sembra una storia ben ridicola e a me piace un po’ il ridicolo”, dice subito Stephen Frears alla Festa.
Il terzetto alla base di The Lost King – in Gran Pubblic alla Festa di Roma – è composto da William Shakespeare, Stephen Frears e Steve Coogan, che non solo interpreta il film ma è anche co-sceneggiatore (con Jeff Pope), seppur il regista abbia precedentemente dichiarato: “Il mio film è anche un attacco assoluto a Shakespeare”, cosa confermata alla Festa, in cui ha ribadito: “Ho avuto un piacere enorme dall’attaccare Shakespeare, che ha scritto un’ottima opera, ma poi scoprendo che fosse un po’ falsa ho avuto grande piacere a correggere un po’ il suo tiro dinnanzi a tutto il mondo”. E della sceneggiatura aggiunge: “mi piacciono quelle con senso di ironia, che sono credibili e che dicono cose nuove: non c’era nulla che non mi piacesse, è già tanto!”.
Philippa è un’appassionata di Storia con una convinzione che non molla di verificare, nonostante lo scetticismo e la burocrazia avvolgano la sua ricerca, che si tesse tra i generi, in un’operazione possibile grazie al mestiere di Frears, che gioca con avventura, thriller e commedia. Philippa, signora britannica della piccola borghesia, è in crisi di mezza età, stretta tra la fine di un matrimonio e qualche problema di salute e, in questa sua transitoria fragilità, incontra la Richard III Society, gruppo di storici amatoriali che desiderano riabilitare il nome di Riccardo: “Tutto è iniziato quando nel 1998 ho acquistato un libro di Paul Murray Kendall. Lo scrittore parlava del lato privato di Riccardo III in maniera del tutto antitetica a come avesse fatto Shakespeare. Lo descriveva leale, coraggioso, devoto e giusto. Da lì, ho cominciato le mie ricerche e visto una serie di documentari. Ho dedotto allora che, potenzialmente, la tomba del re potesse trovarsi di fronte alla Cattedrale di Leichester. Una ‘R’ che indicava ‘riservato’, nel parcheggio di fronte, ha poi fatto tutto il resto” – ha raccontato la vera Langley.
La Philippa del film matura un’ossessione per la questione e la commedia vive anche grazie alla sua caparbietà, derisa dagli storici e motivo di preoccupazione da parte della famiglia, seppur l’unico a non toglierle il sostegno si dimostri proprio l’ex marito John (Steve Coogan). Come da trama (e prassi di vita) che si rispetti, dinnanzi all’evidenza del ritrovamento dei resti, qualcun altro cercherà “la corona… del merito”. Infatti, continua Frears, la verità “è stata nascosta dall’università di Leicester, che si è comportata in modo scandaloso. È lei che ha trovato il corpo, la lettera ‘R’: Riccardo era proprio lì, infatti”.
Con Sally Hawkins, continua Frears, “la mia esperienza è stata molto facile, ha fatto tutto lei: può giocare ad essere forte quanto debole. Lei potrebbe fare un film in cui s’innamora di un pesce. È davvero unica, un talento straordinario, che non posso spiegare, penso che la sua vita molto difficile la porti nel film, nel cinema”.
Il film, come detto, porta con sé anche un filone “avventura”, che risiede nella ricerca di questi resti, rimasti nascosti per oltre 500 anni, ma Frears e il gruppo di lavoro (lo stesso di Philomena) si prefissano anche di innescare un ribaltamento dei luoghi comuni che da sempre accompagnano Riccardo III, proprio causati dalla descrizione infausta fatta da Shakespeare, che l’ha reso protagonista della Letteratura da “Usurpatore” del trono e da omicida dei propri nipoti. Grazie alla vera Philippa Langley, nel 2018 il nome di Riccardo III è stato inserito nella linea ereditaria del sito web della Famiglia Reale inglese, riconoscendolo come legittimo sovrano d’Inghilterra dal 1483 al 1485. La Langley nel 2015 è stata nominata dalla regina Elisabetta II membro dell’Ordine dell’Impero britannico, a riconoscimento della sua impresa contemporanea a supporto della Corona.
E, tra Storia e ironia, certamente c’è la scelta di mettere un Riccardo in scena, scelta che l’autore britannico commenta spiegando: “non è stata una mia idea, ma dello sceneggiatore. E abbiamo impiegato due anni per convincere Philippa che andasse bene così. Ha cambiato la Storia dell’Inghilterra; la cosa che più mi ha colpito è che alla fine si parli degli archivi di Winsor: è stata la Regina ad averlo accettato, un’operazione monumentale che gli abbia messo lo stemma della Famiglia Reale e spero Riccardo sia grato di questo!”.
Elio Germano interpreta Enrico Berlinguer nel film sugli anni più intensi della sua leadership. "Grazie a Paola Malanga e alla Festa del Cinema di Roma che hanno offerto con entusiasmo uno spazio così prestigioso per presentare il film nato da questo incredibile viaggio” ha dichiarato il regista
Dal Roof di Cinecittà News, l’intervista a Fulvio Risuleo, protagonista ad Alice nella Città con Notte Fantasma VIDEO
Un “documento straordinario”. A un secolo esatto di distanza, l’Archivio Storico Luce diretto da Enrico Bufalini presenta il restauro del film ufficiale della marcia su Roma
Approda in Freestyle, nell’ultimo giorno della Festa di Roma, il documentario Er gol de Turone era bono, di Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet, che ricostruisce un episodio celeberrimo della A.S.Roma e, soprattutto, esalta il calcio anni '80