Un flusso di coscienza dentro le insicurezze adolescenziali femminili. Con Stella è innamorata, in uscita nelle sale il 21 novembre 2024, la regista francese Sylvie Verheyde ci fa tornare indietro a metà degli anni ’80 per scoprire come sta continuando la vita di una dei suoi personaggi più cari, Stella, la protagonista 11enne dell’omonimo film del 2008. Mentre per la cineasta sono passati 16 anni e sette film, per il suo alter-ego ne sono passati appena 6: Stella ha 17 anni e dopo un’estate da sogno (o meglio da “sverginamento collettivo”) con le sue amiche sulle coste italiane, si prepara ad affrontare il suo ultimo anno di liceo.
Con all’orizzonte un esame difficile da superare (Stella si limita a fare “atto di presenza” in classe), la ragazza potrebbe essere la prima della sua famiglia a diplomarsi. Peccato che, a un certo punto, scopra le discoteche. Totalmente incapace di leggere cosa il futuro preveda per lei, senza sogni, passioni o talenti specifici, se non una vaga predilezione per la danza e la musica, Stella è, però, molto bella e ben accetta nei club più alla moda di Parigi, dove può finalmente trovare una nuova identità.
“Nel primo film, ho raccontato come mi sono distaccata dal mio ceto di nascita. – dichiara Sylvie Verheyde – Adesso, racconto come mi sono distaccata dal mio ceto di adozione. Inizialmente senza che fosse la mia scelta, poi per volontà mia, per tenere solo il meglio, l’amicizia. Ho avuto voglia di raccontare questi anni. A maggior ragione nell’epoca che attraversiamo, dove nulla è stabile, dove si sa che il vecchio mondo muore, ma non si sa di cosa sarà fatto il domani. Stella ha bisogno di costruirsi il proprio posto nel mondo – quando si è “transfuge de classe”, ci si trova nel mezzo di due universi. Per lei la via di fuga sarà la discoteca, e essere un’artista, in senso molto ampio : anche solo il fatto di ballare una sera al Bains-Douches è un gesto artistico”.
Cruciale – come già si evince dal titolo – sarà l’incontro con André, il re della discoteca che frequenta ormai quasi tutte le sere: un adone nero, seducente, abile a ballare e dalla grande sensibilità artistica. Stella se ne innamora pazzamente, ma non sa bene come comportarsi rispetto queste nuove emozioni che prova: racconta poco di sé, si comporta in maniera immatura e si esprime solo con il suo corpo, seducente e pieno di vita. “L’aspetto più importante per me era l’energia – rivela la regista – quando si è adolescenti, a volte siamo seccati, si fa il muso lungo, ci si lamenta, ma si è sempre pronti ad uscire o fare qualsiasi cosa”. L’amore per André diventerà una specie di ossessione, da gestire tra gli impegni a scuola, le vecchie e nuove amiche, i lavoretti e, soprattutto, una famiglia sempre più spaccata, con un padre assente e una madre sull’orlo di una crisi di nervi.
Per restituire tutta questa complessità, l’autrice si affida a Flavie Delangle, abile nel mantenere l’equilibrio tra lo spirito vitale di Stella e la incapacità di stare a suo agio nel mondo che la circonda. Sua è la voce che ci accompagna per gran parte del film, in quel flusso di coscienza in cui tutte le sue insicurezze del presente e le paure per il futuro si confondono, e che ci permette di smacherare i suoi comportamenti più eccentrici e i suoi sguardi più enigmatici. “Ci siamo incontrate molto presto e l’ho scelta immediatamente. – racconta Verheyde in riferimento alla giovane attrice – Flavie ha molto talento. Ha subito capito cosa mi aspettavo da lei, soprattutto per la voce fuori campo, questa voce interiore, neutra, che non è facile da trovare, che alla fine fa quasi parte della musica del film, quasi come una canzone parlata”.
Nei panni di André, troviamo il musicista Dixon, capace di rappresentare al meglio un ideale positivo, un uomo dei sogni agli occhi di Stella. Non solo per il suo fascino estetico e culturale, ma anche perché, con la sua pelle nera in un periodo scosso da forti tensioni razziali, incarna una forma di ribellione che ben si confà a quella adolescenziale vissuta dalla protagonista. “Avevamo bisogno di qualcuno che sapesse ballare molto bene e aveva una dolcezza che mi piaceva molto, in contrasto con il cliché del playboy che fa il suo show. – dichiara la regista – Mi piaceva anche il contrasto tra ciò che esprimeva mentre ballo e la sua riservatezza dopo. Nei suoi confronti, Stella ha un complesso sociale: André è colto, ha l’appartamento giusto, è un ragazzo “trendy” dell’epoca che viene da una famiglia benestante. Invece lei, non conosce neanche tre nomi di pittori…”.
Stella è innamorata è un “tranche de vie” che alterna la quotidianità di un’adolescente qualsiasi al fascino delle notti parigine degli anni ’80. Un film di passaggio, come di passaggio è l’adolescenza: periodo difficile per tutti, in cui ci sente schiacciati da pressioni e aspettative del tutto nuove, e dove ogni giorno si scopre qualcosa in più di se stessi. Che sia sui banchi di scuola, dietro al bancone di un bar, tra i neon di una discoteca o tra le braccia del suo André, Stella imparerà tanto e troverà il coraggio di non arrendersi all’incertezza. Cosa accadrà nella sua vita d’ora in poi non ci è dato saperlo. Un mistero che potrà svelarci soltanto la stessa Verheyde, magari in un altro film.
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