533 figli e non saperlo: effetto collaterale per un donatore di sperma. Arriva il 29 agosto nelle nostre sale con Bolero e Europictures, Starbuck, il film franco-canadese di Ken Scott che, dopo aver sbancato il box office in Canada ed essere entrato nel cuore dei francesi che l’hanno definita la miglior commedia dell’anno, ha fatto impazzire Steven Spielberg e la Dreamworks a tal punto da volerne produrre il remake hollywoodiano, firmato dallo stesso Scott (The Delivery Man). Il film affronta il tema dell’inseminazione artificiale e di una paternità improvvisa e quanto mai prolifica in un mix di risate, ritmo e sconvolgimenti emotivi. David (Patrick Huard) ha 42 anni, ma vive come un adolescente irresponsabile e mantiene una complicata relazione con Valerie (Julie Le Breton), una giovane poliziotta. Quando Valerie scopre di essere incinta, il passato di David riaffiora. Vent’anni prima, infatti, per sbarcare il lunario, David donava sperma in una clinica. David scopre di essere così diventato padre di 533 ragazzi, 142 dei quali hanno intrapreso una causa legale per scoprire l’identità del loro padre biologico, conosciuto solo con lo pseudonimo di Starbuck.
Il film di Natale con protagonista femminile Isabella Ferrari, e i due ruoli esilaranti di Paolo Calabresi e Marco Marzocca: una storia diretta da Eros Puglielli, che ha tenuto come riferimento anche la Commedia all’italiana; dal 23 dicembre al cinema con Medusa
30 anni dopo, era infatti il 1994 quando usciva la storia di Forrest e Jenny, Robert Zemeckis riunisce la coppia di attori, scegliendo un’unità di luogo, un’architettura fisica ed emotiva, quale specchio dell’esistenza; sorprendente il de-aging dei protagonisti
Il film diretto da Barry Jenkins racconta la storia di come il cucciolo di leone, non di sangue reale e poi orfano, sia diventato Mufasa: Il Re Leone. Per il doppiaggio, anche Elodie. Prodotto con tecniche live-action e immagini fotorealistiche generate al computer, il titolo esce al cinema dal 19 dicembre
Dove osano le cicogne, regia di Fausto Brizzi, nasce da un soggetto del comico: nel nome della tradizione della Commedia all’italiana, lo spunto è quello della maternità surrogata, per raccontare un più ampio concetto di “famiglia” possibile; in sala dal 1 gennaio 2025