La storia che sta dietro uno dei più grandi franchise del mondo del cinema, quello di Rocky, è spesso usata come esempio incarnato del sogno americano. Un giovane e squattrinato attore, Sylvester Stallone, che scrive una sceneggiatura straordinaria e fa di tutto non solo per realizzarla ma per interpretare il ruolo del protagonista, diventando, grazie al suo talento e ai suoi sforzi, una star del cinema hollywoodiano, una vera e propria icona degli anni ’80. Peccato che Stallone non possegga neanche un briciolo dei diritti del franchise da lui stesso creato e che ha guadagnato negli ultimi 46 anni quasi 3 miliardi di dollari.
A causa di un errore di gioventù Stallone cedette tutti i diritti ai produttori, accontentandosi di 75mila dollari come compenso per la scrittura della sceneggiatura e per l’interpretazione del protagonista: “Non ho la proprietà di Rocky. – ha spiegato l’attore – Ogni parola, ogni sillaba, ogni errore grammaticale è tutto da imputare a me, eppure non ho alcun diritto sull’opera. É una cosa assurda, ma all’epoca mi fu detto: ‘Ehi, sei stato pagato, quindi di cosa ti lamenti?’ Ero furioso”.
Negli ultimi giorni, Stallone è tornato a scagliarsi contro l’artefice di quella che lui considera un’ingiustizia, il produttore Irwin Winkler. In un post Instagram, poi rimosso, con un’illustrazione satirica del produttore l’attore ha commentato: “Un ritratto molto lusinghiero del grande produttore di Rocky/Creed. Irwin Winkler, da uno dei più grandi artisti del Paeseha. Dopo che Irwin ha controllato Rocky per oltre 47 anni, e ora Creed, mi piacerebbe davvero riavere indietro almeno un po’ di quello che è rimasto dei miei diritti, prima che tu lo trasmetta solo ai tuoi figli. Credo che sarebbe un gesto giusto da parte di questo signore di 93 anni”.
Stallone ha concluso: “Questo è un argomento doloroso che mi consuma l’anima, perché volevo lasciare qualcosa di Rocky ai miei figli, ma è sempre bello ascoltare i fan fedeli… Continuate a colpire”.
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