SPOT & STAR

I nomi più grossi guadagnano cifre da capogiro che possono anche toccare 5 milioni di dollari per pochi giorni, o poche ore, di lavoro.
Marco Testa, figlio del leggendario mago della pubblicità Armando, è il creativo responsabile per l’ingaggio di Harrison Ford, Naomi Campbell e George Clooney. Testa dice che il contratto stilato con i rappresentanti del protagonista di Le verità nascoste proibisce la proiezione del “suo” spot non solo negli Stati Uniti, ma anche in qualsiasi altro paese europeo, Italia a parte. Altre personalità come Cindy Crawford, Michael Jackson e Michael J. Fox non sono così restrittive.
L’agente di George Clooney, informa sempre Marco Testa, ha chiesto un contratto di ferro: fuori dai confini italiani non era permesso neppure diramare il comunicato che annunciava la prossima partecipazione di Gorgeous George alla campagna di un noto aperitivo.
Non sempre i super divi, tuttavia, intascano l’intero cachet. Richard Gere ha recentemente giustificato il lavoro fatto per un’azienda dolciaria dicendo che versava ogni lira guadagnata alla causa del Tibet. Leonardo Di Caprio ha donato “una grossa fetta” del compenso patuito con la Telecom agli ambientalisti della Natural Resources Defense Council.
Secondo Alberto Luna, dirigente “la campagna, cui hanno partecipato anche Marlon Brando e Woody Allen, è stato un grande successo”. E il colpo più grosso è stato la partecipazione dell’ex-presidente del Sud Africa, Nelson Mandela, che ha devoluto il milione di dollari guadagnato alla Fondazione per l’infanzia che porta il suo nome.
La Armando Testa è stata la prima agenzia italiana ad usare le stelle straniere nelle sue campagne pubblicitarie (dal 1996) mentre la pratica è diffusa da almeno dieci anni in Giappone. Sembra però che ora il mercato sia saturo. E c’è un rischio: che la fama del testimonial offuschi il prodotto. No Clooney? No Party!