Ce n’è per tutti. Si chiama così il nuovo film diretto da Luciano Melchionna e prodotto da Sauro e Anna Falchi che sarà in sala, distribuito da Medusa, a partire dal 20 novembre.
Un titolo che è tutto un programma: si tratta infatti di un film corale, con una moltitudine di personaggi di tutte le età che conducono vite diverse, accomunate solo dal senso di insoddisfazione e solitudine. Tra di essi, emergono le donne, interpretate da attrici in grado di calarsi in ruoli per loro inconsueti, come Micaela Ramazzotti, notevolmente imbruttita per entrare nei panni di una single nevrotica, e Ambra Angiolini, che trova anche modo di esibirsi in uno striptease da cardiopalma nel mettere in scena la sua “coatta” sexy e fragile. Da segnalare poi la partecipazione di Arnoldo Foà , nella parte di un nonno più vigile di ciò che sembra.
Anche lo stile del film fa fede al suo nome, altalenante com’è tra commedia, dramma, grottesco, farsesco e surreale. Anna Falchi, presente alla conferenza stampa di presentazione, la definisce “dramedy”, quasi a voler indicare la nascita di un nuovo genere ibrido, “ma sempre di qualità – spiega l’attrice e produttrice che nel film ha un piccolo ruolo – Come produzione ci chiamiamo A Movie proprio perché vogliamo realizzare solo film di serie A, come facemmo a suo tempo per Nessun messaggio in segreteria. Ma il vero produttore è mio fratello Sauro – ammette con ironia – io faccio solo da ‘collante’, perché nessuno dice di no alla Falchi quando chiede un appuntamento”.
Così la storia di Gianluca (Lorenzo Balducci), un giovane che si arrampica sul Colosseo – forse con l’intento di suicidarsi, forse solo per stare tranquillo o vedere il mondo da un’altra prospettiva – diventa, secondo l’opinione del regista, “un’occasione per fermarsi a riflettere”.
Lo fa Gianluca, presto raggiunto dall’eterea figura della nonna (Stefania Sandrelli), che riesce misteriosamente a scavalcare le barricate di sicurezza per aiutare il nipote a prendere le sue decisioni. Lo fanno i cittadini che osservano la scena con il naso all’insù, lo fanno tutti gli amici del ragazzo, che si precipitano sul luogo (vivendo ciascuno le proprie disavventure lungo la strada) per vedere cosa diavolo stia succedendo.
E anche lo spettatore, in un modo o nell’altro, è costretto a farlo, perché la trama, tratta da una commedia del co-sceneggiatore Luca De Bei, non è affatto semplice e si richiama a fonti “alte” d’ispirazione.
Innanzitutto, c’è Mortacci di Sergio Citti, il cui “fantasma” sembra comparire in maniera diretta nella sequenza finale. Ma Melchionna giura e spergiura: “Non l’ho mai visto, anche se a questo punto voglio farlo al più presto”. Ed è cosa nota che Citti, per quel film, si sia a sua volta ispirato all’ ‘Antologia di Spoon River’ di Edgar Lee Masters, classico della poesia da cui Fabrizio De André trasse un capolavoro come Non al denaro, non all’amore, né al cielo.
Ambra Angiolini sullo spogliarello nicchia: “è stato imbarazzante, ma solo il primo giorno. Non ho mai pensato di essere al centro dei sogni erotici del cast”. Preferisce piuttosto parlare del suo personaggio: “Eva urla sempre, per sentirsi bella si trucca in maniera esasperata, non tiene conto degli altri e ammorba la sua amica con discorsi assurdi. Ma in realtà fa tenerezza e la sua fragilità è evidente. Ti viene voglia di abbracciarla, pulirle la faccia e spiegarle un paio di cose sulla vita”. L’amica Isa è interpretata da Micaela Ramazzotti: “Per me è stata una novità interpretare una single – dice l’attrice – dopo tanti ruoli romantici. Con Ambra ci siamo trovate subito molto bene, i nostri personaggi a volte si azzuffano come gatte, ma sono come due liceali che marinano la scuola insieme”.
“Ho pensato che forse era più facile far riflettere la gente avvicinandosi con un sorriso – aggiunge Melchionna – piuttosto che con un pugno chiuso come feci con Gas. Ma non ho ricevuto pressioni in questo senso, ho fatto il film che volevo fare”. In effetti le battute non mancano, ma si rifugge il lieto fine. “Più che Ce n’è per tutti – commenta divertito Sauro Falchi – potrebbe chiamarsi ‘non ce n’è per nessuno!”.
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