Sorrentino: Figaro e Libération giudizi di segno opposto


CANNES – “La dolce vita continua”: il quotidiano francese Le Figaro dedica la sua prima pagina culturale a La grande bellezza. “Come Fellini nel 1960 Paolo Sorrentino (…) fa di Roma lo specchio delle traversie di un’epoca”, scrive. “E’ come se il Mastroianni de La dolce vita ritornasse dietro ai tratti di Toni Servillo, con il suo charme affaticato, i vestiti stropicciati, il panama bianco”. Per Le Figaro, il regista italiano ha firmato una “Dolce vita del XXI secolo, una danza funebre in technicolor”. Eric Neuhoff, autore dell’articolo, si interroga tuttavia su come Jep Gambardella (Toni Servillo), che di mestiere fa il giornalista, possa avere un meraviglioso appartamento con vista sul Colosseo. “Apparentemente – ironizza il critico del Figaro – la stampa italiana paga meglio di quella francese”.

 

Libération scrive invece una critica piuttosto dura. Il regista italiano “rende un omaggio nostalgico e reazionario all’epoca d’oro del cinema nazionale”, si legge nel sottotitolo dell’articolo pubblicato da Bruno Icher su Next, il supplemento di Libé, già disponibile su internet. “Se il progetto di Sorrentino è costruito integralmente su una nostalgia che immaginiamo dolorosa – spiega Icher – l’uso che ne fa è troppo ineguale per dare al film un’architettura seducente (…) Sorrentino fatica a trovare la giusta distanza. A volte, finisce anche in un cieco disgusto vagamente reazionario, conseguenza intimamente legata alla nostalgia, come quando ridacchia sulla ‘performance’ di un’artista contemporanea”. Per il giornale francese, i bei tempi “sono passati”. “E’ senza dubbio triste – conclude il critico di Libération – ma per fortuna ci restano tutti i vecchi film che Sorrentino, nonostante ciò che sembra credere, non è il solo a guardare in dvd”.

autore
22 Maggio 2013

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