Placido Rizzotto è il terzo film che la Cooperativa Arbash produce con il finanziamento pubblico. Il primo, nel ’93, era Il giorno di San Sebastiano, un articolo 28 per lire 320 milioni; il secondo, del ’96, Briganti di Zabut, un fondo di garanzia per 1 miliardo e 36 milioni: somme che abbiamo già restituito per la nostra quota produttiva. Attualmente stiamo missando Placido Rizzotto, che ha ottenuto un fondo di garanzia per 2 miliardi 943 milioni. Questa cifra rappresenta l’81% del costo totale del film, il rimanente 19% è a carico della cooperativa Arbash.
Il primo equivoco che va chiarito è che il finanziamento dello Stato non è a fondo perduto, come molti credono, ma è un prestito che va restituito per intero e sul quale si pagano dei regolari interessi, sia pure a tasso agevolato. Si chiama “fondo di garanzia” proprio perché lo Stato, in realtà, garantisce questo prestito per il 70%, mentre il rimanente 30% deve essere garantito dalla produzione che poi deve restituire questi soldi, anche nel caso in cui il film non incassi neanche una lira. Altrimenti la Bnl SCCT (sezione credito cinematografico e teatrale) avvia le normali procedure di messa in mora. Normalmente la produzione ha cinque anni di tempo per poter estinguere il debito. La Bnl SCCT si garantisce il rientro della quota produttiva investita dallo Stato attraverso la cessione obbligatoria di qualsiasi tipo di contratto di vendita dei diritti cinematografici e televisivi del film, compresi i contributi governativi (13% sugli incassi al botteghino) e i premi di qualità.
In ogni caso, lo Stato finanziando questo tipo di film non sperpera il denaro pubblico. Perché? Proviamo a fare un’analisi economica, sulla base della nostra esperienza, partendo dalla produzione del film Placido Rizzotto. Intanto, dei 2 miliardi e 943 milioni di finanziamento, abbiamo già restituito 800 milioni attraverso la cessione del contratto di vendita dei diritti televisivi alla Rai e quindi il finanziamento si riduce già a 2 miliardi e 143 milioni. Sono poi tornati nelle casse dello Stato, sotto forma di pagamenti di contributi (Enpals, Inps, Inail) sostenuti direttamente dalla Cooperativa (e quindi senza contare la quota a carico del lavoratore che corrisponde a un altro 10% circa), 420 milioni pari al 42% degli stipendi erogati. Ulteriori 351 milioni sono ritornati allo Stato sotto forma di Irpef sulle paghe. Un’ulteriore cinquantina di milioni verrà pagata sull’Irap, la tassa regionale. Mentre l’Iva (non finanziabile) incide per circa quattrocento milioni.
Tirando le somme, in realtà lo Stato ha finanziato questo film per la cifra reale di 922 milioni. Senza considerare il valore culturale o civile che un film può avere (o non avere) ci sembra importante sottolineare un ulteriore aspetto. E cioè l’impatto occupazionale che la produzione comporta. Continuiamo con le cifre. Nel nostro film – senza contare attori, circa 2.000 comparse e manodopera occasionale – hanno lavorato 52 persone: quasi tutte professionalità altamente qualificate, dalla costumista al direttore di produzione passando per gli elettricisti e i macchinisti. Considerando che le riprese del film sono durate dieci settimane (più un mese di preparazione) il film Placido Rizzotto ha creato posti di lavoro per un totale di 3.500 giornate lavorative. Come dire 15 anni di lavoro fisso per una persona. A questo occorre aggiungere che la produzione del film ha impegnato i soci della Cooperativa (cinque persone compreso me) per un intero anno. Al lavoro diretto andrebbe aggiunto l’indotto e cioè i laboratori di sviluppo e stampa, gli studi di missaggio e montaggio del suono, gli alberghi, i ristoranti, il catering…
Un bell’investimento per il Mezzogiorno, considerando che la nostra Cooperativa opera in Sicilia, che il film è stato girato interamente in Sicilia!
Ipotizziamo allora che, nella peggiore delle ipotesi, Placido Rizzotto non incassi nulla al botteghino: ebbene l’investimento dello Stato non sarebbe comunque fallimentare, visto che per creare un solo posto di lavoro nel Sud si investono anche 12/13 miliardi.
PLACIDO RIZZOTTO è un film scritto e diretto da Pasquale Scimeca, prodotto dalla Cooperativa Arbash in collaborazione con Rai Cinemafiction, intepretato da Marcello Mazzarella, Vincenzo Albanese, Carmelo Di Mazzarelli e molti altri intepreti non professionisti, le musiche sono degli Agricantus.
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