COURMAYEUR – Firenze, anni ’90, un tossicodipendente in cura in una comunità e un omicidio misterioso. Sono gli elementi di Slalom, il debutto letterario del corrispondente dall’Italia di Variety Nick Vivarelli, presentato stamattina al Noir in Festival di Courmayeur. Vivarelli si trasforma dunque da giornalista a scrittore, ma operando, in realtà, un ritorno alle origini. Perché prima di specializzarsi nel settore cinematografico era un cronista che si occupava degli argomenti più diversi. Uno di questi non lo ha abbandonato: “Quando, nel 1994, Roberto Muccioli è stato processato per l’omicidio avvenuto a San Patrignano di Roberto Maranzano, un residente della comunità, il caso mi ha appassionato molto, ma non sono riuscito a trovare un giornale che volesse un reportage investigativo sulla vicenda. Ho continuato ad arrovellarmi su questa storia e, alla fine, ne ho tratto spunto per questo romanzo in cui, con totale licenza letteraria, ho mescolato molto le carte”. Il libro, “non è un whodunnit”, specifica Vivarelli, “ma c’è più di un cadavere e vari colpi di scena, e penso che sia anche un romanzo di formazione”.
Slalom è un romanzo di genere che analizza un fenomeno devastante per gli anni ’70: l’invasione dell’eroina nella Penisola. “In Italia, almeno inizialmente, le comunità terapeutiche hanno preso delle pieghe particolari, sbagliate, che rispecchiano mali endemici del paese sostiene l’autore – In primo luogo l’incapacità dello Stato, all’epoca, di affrontare il problema dell’eroina, che in Italia ha fatto una vera e propria strage, forse più che in altri paesi. A metà degli anni ’80 sono rientrato in Italia dopo vari anni negli Stati Uniti e sono rimasto profondamente colpito da quanta gente era morta o si era inguaiata con la droga”.
Il titolo del romanzo si riferisce allo “slalom” che deve fare il protagonista tra gli effetti benefici della comunità e la sua parte marcia. E al Noir in Festival, il luogo in cui si incontrano il cinema e la letteratura di genere, Vivarelli evoca le suggestioni cinematografiche del suo Slalom: “Non l’ho scritto pensando a un adattamento cinematografico ma ricalcando, in parte, lo stile di un regista, che è Robert Altman. La narrazione è multipla, con capitoli brevi che raccontano il punto di vista di vari personaggi e che si intersecano, un po’ come in America Oggi, che a sua volta si ispirava a Raymond Carver“.
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