COURMAYEUR – Arriverà in sala a metà febbraio, ma intanto è stato accolto con calore tra le cime di Courmayeur, dove è stato presentato in anteprima al Noir in Festival, di cui Cinecittà News è media partner. Hitchcock, di Sacha Gervasi sostituisce la suspense tipica del cineasta con una storia d’amore e complicità, quella tra il regista tanto amato da Truffaut e sua moglie Alma, sullo sfondo della spericolata realizzazione di quella pietra miliare della settima arte che è Psycho.
Anthony Hopkins è sir Alfred, mentre a vestire i panni della moglie è Helen Mirren; Scarlett Johansson si trasforma invece in Janet Leigh e James D’Arcy in Anthony Perkins. Tra ipotesi di censura e ostacoli produttivi, nonostante il cineasta fosse già ampiamente consacrato, Hitchcock svela i retroscena di quel film che ha terrorizzato più di una generazione, e la necessità di sir Alfred di rimettersi in gioco in una nuova impresa senza dare per scontato nulla, dopo il successo di Intrigo internazionale.
Basato sul libro di Stephen Rebello, il film di Sacha Gervasi celebrato documentarista scarta un po’ rispetto alla realtà delle vicende, come si vuole da una pellicola di fiction, e indugia nel racconto delle piccole ossessioni del maestro del brivido. “Dopo aver fatto il musicista, il giornalista, lo sceneggiatore e il documentarista, questo è il primo film puramente narrativo per me e, dopo aver lavorato a Hollywood come scrittore per molti anni, è stata una possibilità unica – ha spiegato Gervasi a Courmayeur – Quando la produzione ha iniziato a cercare un regista, ho voluto provare proprio perché non avevo nulla da perdere. Poi li ho convinti spiegando ciò che amavo della storia, soprattutto il fatto che a 60 anni Hitchcock avesse voglia di rischiare. Era un artista che sentiva di star diventando irrilevante, di stare per morire, e voleva ancora sorprendere il pubblico e se stesso. C’era la storia tra lui e Alma che mi interessava più di ogni altra cosa. Ho scoperto quanto la moglie sia stata una grande sostegno per lui e la sua carriera”. Per realizzare Hitchcock, però, Gervasi racconta di non aver avuto contatti con la famiglia di Sir Alfred, “ma è stato fantastico, qualche settimana fa, quando su un articolo del New York Times dedicato a lui e alla moglie una delle sue nipoti si è detta contenta che alla nonna venisse riconosciuto il giusto ruolo avuto nella vita di Hitchcock”.
All’esordio nel film di finzione, Gervasi si è trovato a dirigere dei giganti come Helen Mirren e Anthony Hopkins che, racconta, ha incontrato in un ristorante italiano, dove hanno chiacchierato sorseggiando del Chianti. “Per me è stata un’esperienza unica – confessa il regista – anche come spettatore, in prima fila davanti alla performance di due grandi attori di teatro”. Ciò che è più orgoglioso di aver fatto emergere, però, è il senso dell’umorismo del cineasta conosciuto per la sua capacità di creare tensione e paura: “Faceva continuamente battute. Anche sul set di Psycho, dove si racconta che Janet Leigh ridesse alle lacrime. La moglie l’ha sempre descritto come l’uomo più divertente che avesse mai conosciuto, le faceva scherzi tutto il tempo”. In contemporanea con l’uscita del film nelle sale italiane, in febbraio arriverà in libreria con Castoro il libro da cui è tratto.
Domani, intanto, al Noir sarà il giorno del primo film italiano in concorso, L’innocenza di Clara, thriller psicologico di Toni D’Angelo con Chiara Conti. E poi dell’assaggio di L’educazione siberiana, con Gabriele Salvatores, l’autore del romanzo Nicolai Lilin e i due giovani attori lituani Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius a dare delle anticipazione della pellicola. Sul fronte letterario ci sarà l’assegnazione del Premio Giorgio Scerbanenco La Stampa per il miglior romanzo noir italiano dell’anno, mentre andrà in scena il workshop Vedo Nero (in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà ) che chiama al dialogo giornalisti, scrittori, produttori, registi e sceneggiatori per analizzare l’inatteso boom cinematografico del noir italiano: più di 70 film tra quelli usciti, pronti e in lavorazione, in un solo anno.
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