Non arriverà, purtroppo, sul grande schermo come inizialmente previsto in Italia ma sarà in compenso disponibile praticamente su tutte le piattaforme on demand dal 19 novembre, il nuovo film di Carlo Lavagna (esordio alla regia con Arianna), Shadows, interessante thriller psicologico dall’ambientazione post-apocalittica con protagoniste due sorelle adolescenti, Alma e Alex, interpretate rispettivamente da Mia Threapleton e da Lola Petticrew, che vivono nascoste in un albergo abbandonato, al centro di un bosco impenetrabile, lontane dalla luce e da tutto, insieme alla loro madre, Saskia Reeves, una donna severa e rigorosa, iper-protettiva, che ha insegnato la vita selvaggia nei boschi alle ragazze e imposto loro una serie di regole per proteggerle da misteriose insidie provenienti dal mondo esterno.
“Ho fatto molte ricerche per capire cosa potesse significare vivere in maniera così semplice, isolata e separata dal resto del mondo, senza alcuna interazione con l’esterno”, sottolinea Mia Threapleton qui nel primo grande ruolo da protagonista dopo l’esordio con Le regole del caos. “Per prepararmi al ruolo ho guardato più documentari che film: non volevo avere troppi modelli da seguire, per riuscire ad esprimere pienamente me stessa”. Arrivata ai cast per interpretare il personaggio della sorella minore Alex, Mia Threapleton – nella vita reale figlia di Kate Winslet – è stata richiamata al casting dal regista, che ha definito il loro incontro “folgorante”, per provare una scena difficile in cui l’altra protagonista, Alma, nell’attraversare un fiume cambia di repente vari stati d’animo. “Le attrici provinate – ammette Lavagna – seppur tutte brave, non erano riuscite a restituire l’intensità emotiva necessaria in quella sequenza. Abbiamo chiesto a Mia di provare e non ho avuto dubbi, l’ha fatta alla perfezione, e da quel momento è stata incredibile per tutto il film”.
Rispetto alle inevitabili curiosità sul rapporto della giovane attrice con la madre Premio Oscar e su quanto questo possa condizionare il suo approccio alla carriera cinematografica: “Quando ho avuto la parte mia mamma mi ha chiamata e mi ha incoraggiata dicendomi: ‘Vai, sai che lo puoi fare’. A volte le ho chiesto indicazioni sulla sceneggiatura e lei mi ha sempre aiutata. Non ho mai percepito alcuna pressione per il fatto che mia madre è mia madre, né nella vita privata né a livello lavorativo, dove non ho mai avuto la sensazione di dover essere al suo livello nella recitazione. Se le persone mi paragonano a lei non può che lusingarmi”.
Delle due protagoniste Alma è una figlia amorevole e una sorella protettiva (come Mia ammette di essere anche nella vita reale rispetto ai suoi fratelli) ma a un certo punto avverte qualcosa che le inizia a smuovere gli equilibri. Alex è più determinata e coraggiosa e sarà lei a infrangere le regole, a sparire, spezzando così l’apparente equilibrio delle loro vite. Portando alla luce in Alma un inquietante segreto e una terribile verità a lungo tenuta nascosta, che smonterà quel mondo parallelo così faticosamente costruito.
Nel film, che era stato presentato con successo ad Alice nella città (leggi il nostro articolo), viene rappresentato un mondo distopico e apocalittico in cui l’isolamento descritto risuona drammaticamente con la realtà che tutti viviamo in questi giorni: “Il mondo già ha cambiato profondamente le sue abitudini- sottolinea il regista – È un periodo strano, in cui questo film è quasi diventato neorealista, nel senso che l’assurdo che racconta – una madre che tiene isolate le sue figlie in un bosco – oggi quasi non lo è più”. Il nucleo principale del film gira intorno al tema del rapporto madre-figlia in una condizione di isolamento estremo in cui la reciproca dipendenza prende sfumature psicotico-ossessive: “L’approccio che ha la madre che interpreto nel film nei confronti del pericolo e dell’apocalisse, sarebbe il peggior approccio che potremmo avere come umanità rispetto al Coronavirus”, sottolinea Saskia Reeves che si dice oggi più speranzosa sul futuro del mondo anche grazie al risultato delle recenti elezioni americane. “Se consentiamo alle nostre insicurezze e paranoie, alla nostra xenofobia, di prendere il sopravvento, finiremo in una condizione di follia. Questo virus ci sta mostrando che dovremmo esser tutti più gentili e umani gli uni con gli altri”.
“La situazione è molto difficile in questo momento ma rimango speranzosa per il futuro – fa eco Mia Threapleton – Credo che dopo tutto questo come comunità mondiale saremo più coscienti e consapevoli di come ci comportiamo e di come ci muoviamo. Ritengo che qualcosa di positivo verrà fuori anche da questo terribile momento”.
Rispetto al film precedente di Carlo Lavagna, Arianna, comune l’elemento della ricerca dell’identità: “In Arianna era analizzato dal punto di vista di identità di genere, ma in entrambi c’è il tema del distaccarsi dalla famiglia e dal portato da cui si viene. La mia cifra è raccontare delle storie che dicano del cambiamento, del diventare adulti ed essere se stessi, che poi è il viaggio di una vita, non solo dell’età dell’adolescenza”. Parlando, poi, della location principale, l’hotel in stile Anni ’70 in cui vivono isolate le donne, il regista ha confermato che la scelta di un albergo, piuttosto che di un appartamento o uno chalet di montagna è venuto fuori nel tempo, per dare uno spazio alle protagoniste che fosse abbastanza grande per farle muovere, pur in un ambiente claustrofobico. “Mi piaceva l’idea di una famiglia di sole donne intrappolate in un luogo isolato e irraggiungibile ma dentro al quale fossero libere di muoversi con apparente libertà. Questo ha fatto sì che il film respirasse, pur svolgendosi quasi esclusivamente in un unico ambiente. Mi intrigava, poi, l’idea che la natura fosse sia il limite, determinato dal fiume oltre il quale le ragazze non possono andare, che possibilità di scoperta di una nuova vita”.
Shadows, prodotto da Andrea Paris e Matteo Rovere e scritto da Fabio Mollo, è distribuito da Vision Distribution.
Uno dei film spagnoli più popolari nella storia della piattaforma, con oltre 82 milioni di visualizzazioni. Da oggi disponibile il trailer ufficiale
Il docufilm di Daniele Vicari su Fela Kuti coprodotto e distribuito da Luce Cinecittà è disponibile online sulla piattaforma
La piattaforma europea dedica tre opere a tre regine della musica: si comincia con Céline Dion: la nota perfetta. Appuntamento il 28 luglio con Tina Turner: my songs, my life e il 14 agosto con Rihanna, ambasciatrice pop
Dal 9 luglio l’opera prima di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi sarà disponibile su iTunes, Google Play, Amazon Prime Video e Cgtv.it