Tra i titoli della Settima della Critica oggi annunciati ci sono due film italiani: in concorso il documentario, ed è la prima volta, Dancing with Maria di Ivan Gergolet, una coproduzione Italia Argentina e Slovenia; fuori concorso il film di chiusura Arance e martello di Diego Bianchi, noto come Zoro, blogger e autore televisivo.
In Dancing with Maria Maria Fux è un’anziana ballerina argentina che nel suo studio a Buenos Aires insegna a chi bussa alla sua porta, danzatori di qualsiasi condizione ed estrazione sociale, ma anche uomini e donne con malattie fisiche e mentali, formando gruppi di danza integrati. Molti sono stati salvati, forgiati e cambiati dal suo metodo basato sulla percezione dei ritmi interni e sulla simbiosi con la musica. Dopo aver insegnato questo concetto per tutta la vita, ultimamente Maria Fux ha preso in consegna un’ultima allieva, forse la più difficile. Se stessa. All’età di novant’anni Maria combatte l’ultima battaglia: lotta contro i limiti del proprio corpo.
Arance e martello è un film “storico”, in “costume”, ambientato nella calda estate del 2011. Tre anni fa, in pieno potere berlusconiano, la vita di un tranquillo e ordinario mercato rionale è stravolta dalla notizia della sua chiusura voluta dal Comune. L’unica realtà politica a cui rivolgersi è una sezione del Pd, in fondo alla strada. Separata dal mercato e dal mondo – da anni – da un muro di cemento eretto per permettere i lavori della metropolitana. Da quel momento si vivrà una giornata unica, paradossale, comica e drammatica, nel quale tutto si consuma e tutto diventa paradigma satirico della storia recente del nostro Paese.
“Il mercato di via Orvieto a Roma è come se fosse la mia casa. Il mondo che lo abita, le sue dinamiche, il microcosmo sociale che lo fa vivere tutti i giorni, l’ho osservato quotidianamente da quando sono nato”, spiega il regista Diego Bianchi.
"Una pellicola schietta e a tratti brutale - si legge nella motivazione - che proietta lo spettatore in un dramma spesso ignorato: quello dei bambini soldato, derubati della propria infanzia e umanità"
"Non è assolutamente un mio pensiero che non ci si possa permettere in Italia due grandi Festival Internazionali come quelli di Venezia e di Roma. Anzi credo proprio che la moltiplicazione porti a un arricchimento. Ma è chiaro che una riflessione sulla valorizzazione e sulla diversa caratterizzazione degli appuntamenti cinematografici internazionali in Italia sia doverosa. È necessario fare sistema ed esprimere quali sono le necessità di settore al fine di valorizzare il cinema a livello internazionale"
“Non possiamo permetterci di far morire Venezia. E mi chiedo se possiamo davvero permetterci due grandi festival internazionali in Italia. Non ce l’ho con il Festival di Roma, a cui auguro ogni bene, ma una riflessione è d’obbligo”. Francesca Cima lancia la provocazione. L’occasione è il tradizionale dibattito organizzato dal Sncci alla Casa del Cinema. A metà strada tra la 71° Mostra, che si è conclusa da poche settimane, e il 9° Festival di Roma, che proprio lunedì prossimo annuncerà il suo programma all'Auditorium, gli addetti ai lavori lasciano trapelare un certo pessimismo. Stemperato solo dalla indubbia soddisfazione degli autori, da Francesco Munzi e Saverio Costanzo a Ivano De Matteo, che al Lido hanno trovato un ottimo trampolino
Una precisazione di Francesca Cima
I due registi tra i protagonisti della 71a Mostra che prenderanno parte al dibattito organizzato dai critici alla Casa del Cinema il 25 settembre