CANNES – Il cinema italiano, quest’anno, si impone alla Quinzaine des Réalisateurs ma è assente tra le opere prime della Semaine de la Critique. La sezione collaterale indipendente e militante guidata da Edouard Waintrop che quest’anno compie 50 anni (fu un frutto del ’68) schiera infatti La strada dei Samouni di Stefano Savona e, in chiusura, Troppa grazia di Gianni Zanasi. Il primo è un interessante contaminazione tra live action e animazione (firmata da Simone Massi) per raccontare la storia vera della famiglia Samouni, che fu decimata a Gaza durante l’operazione Piombo fuso. Zanasi propone invece una commedia fuori dagli schemi interpretata da Alba Rohrwacher ed Elio Germano, mettendo in scena Lucia, mamma single che cerca di tenere insieme, con rigore, figlia, lavoro e amore. Due film che rappresentano bene la diversità del nostro cinema e che sbarcano in Costa Azzurra in un’annata celebrativa della Quinzaine, che infatti apre le danze con la consegna della Carrosse d’Or a Martin Scorsese il 9 maggio. Dopo la proiezione di Mean Streets, il regista dialogherà con Jacques Audiard, Rebecca Zlotowski, Bertrand Bonello e Cédric Klapisch. Tra i titoli da tenere d’occhio nella sezione degli autori si contano sicuramente Climax, nuovo lavoro dello “scandaloso” Gaspar Noé, En liberté, con cui Pierre Salvadori mette in scena un incontro folle (nel cast Adèle Haenel e Audrey Tatou), Joueurs di Marie Monge, interpretato da Tahar Rahim e Stacy Martin, il nuovo film di Debra Granik Leave No Trace e Amin di Philippe Faucon, in cui Emmanuelle Devos vive una storia d’amore con un migrante senegalese.
Alla Semaine de la Critique, come annunciato, nessun film batte bandiera tricolore. Tra i titoli più attesi di una selezione che pesca tra le opere prime e seconde (e le candida anche al premio trasversale Caméra d’Or per i migliori esordi) c’è Wildlife, debutto dietro la macchina da presa dell’attore Paul Dano, che ha chiamato con sè Carey Mulligan e Jake Gyllenhaal per raccontare di un quattordicenne che assiste impotente al deteriorarsi della relazione dei suoi genitori. In questa sezione, caratterizzata dalla forte presenza femminile, si vedrà il film di animazione Chris The Swiss di Anja Kofmel, l’opera ecologista islandese Woman at War, su una donna che dichiara guerra all’industria locale dell’alluminio e il polacco Fuga di Agnieszka Smoczynska, storia di una donna che perde la memoria, si costruisce una nuova vita e poi si ritrova da estranea nella sua esistenza precedente. Anche dall’Ungheria arriva un’opera prima firmata da una donna, l’assistente dell’Orso d’Oro Ildiko Enyedi Zsofia Szilagyi: One Day.
Nel team dei selezionatori troviamo l'italiano Paolo Bertolin, già attivo come consulente della Mostra di Venezia, insieme a Anne Delseth, Claire Diao, Valentina Novati e Morgan Pokée.
Le vie del cinema da Cannes a Roma e in Regione si volgerà al cinema Eden e Giulio Cesare. Alcune repliche previste anche al cinema Palma di Trevignano e al multisala Oxer di Latina
Teodora Film distribuirà in Italia Girl di Lukas Dhont e Woman at war di Benedikt Erlingsson. Il primo, presentato nella sezione Un Certain Regard, ha conquistato la Camera d’Or, mentre Woman at War è stato presentato alla Semaine e ha convinto la stampa internazionale
Doppio premio per l'Italia, che esce benissimo da questo 71° Festival di Cannes: all'attivo, oltre ai premi a Marcello Fonte e Alice Rohrwacher anche quello a Gianni Zanasi e al documentario La strada dai Samouni di Stefano Savona. La giuria di Cate Blanchett ha schivato le trappole del gender firmando un verdetto sostanzialmente condivisibile