Sean Penn e il galà per Haiti: “Tutti l’hanno dimenticata”


CANNES – “Le celebrità si sono fatte vedere ad Haiti per un giorno e poi più nulla? No, non solo le celebrità, ma tutto il cavolo di mondo ha fatto così, compresi i media”. Sean Penn l’impegnato si ritrova ad attaccare l’indifferenza generale nei confronti della tragedia haitiana da una conferenza stampa ufficiale del Festival di Cannes, eccezionalmente concessa senza che ci sia un film di cui parlare. Infatti l’attore di This Must Be the Place non è sulla Croisette per promuovere una sua pellicola, ma piuttosto l’evento benefico che il Festival ospita stasera – addirittura, irritualmente inserito nel programma ufficiale -per raccogliere fondi destinati ad aiutare il paese distrutto dal terremoto del 2010. Al suo fianco ci sono il regista Paul Haggis e la modella Petra Nemkova, tutti impegnati con le loro rispettive organizzazioni umanitarie a mantenere alta l’attenzione dell’Occidente distratto, che punta i riflettori per pochi giorni e “poi dimentica e abbandona queste persone, le lascia senza opportunità – accusa la Nemkova – Invece bisogna continuare a parlarne, perché per ricostruire Haiti ci vorranno anni”.

 

La grande occasione di stasera si chiama Haiti: Carnival in Cannes e servirà proprio per raccogliere i fondi, che saranno devoluti alla J/P HRO (Haitian Relief Organization). Un evento sponsorizzato dallo stilista Giorgio Armani, che sarà presente alla serata, mentre alla conferenza stampa ha mandato un messaggio: “A volte nella vita bisogna usare la voce e parlare anche per chi non può farlo”. Mentre Paul Haggis ha ricordato lo straordinario sforzo dell’attore-attivista nell’immediatezza della tragedia: “Mi chiamò appena accaduto il disastro chiedendo: che possiamo fare? In due giorni fu organizzato un sistema di soccorsi con dottori, cargo e soccorsi. Ma non bisogna mollare, è il momento di agire”.

 

Penn, orgoglioso della solidarietà e dello sforzo comune tra organizzazioni umanitarie e Festival di Cannes, ne approfitta anche per mandare un ideale messaggio al suo presidente Obama: “In onore del paese in cui gli schiavi africani hanno lottato per la loro libertà e autodeterminazione, chiedo all’elegante presidente Obama di incontrare il nuovo presidente democratico haitiano”. E insiste a dire che il paese devastato dal terremoto non può e non deve essere identificato solo con quell’evento, “proprio come gli Stati Uniti non si identificano con l’11 settembre. Haiti è un paese meraviglioso e deve avere l’opportunità di essere conosciuto anche per questo”. 

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18 Maggio 2012

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