Scarlett Johansson: “Gli alieni siamo noi”

VENEZIA – Forse di preciso non lo sa nemmeno lei. Da dove viene, perché è scesa sulla Terra, che cosa la mette in crisi. Almeno a giudicare dalle risposte vaghe e confuse che dà in conferenza stampa. Scarlett Johansson è l’aliena sexy e disperata di Under the Skin, il film del britannico Jonathan Glazer in concorso a Venezia (dove è stato accolto piuttosto male). Tratto dal romanzo di Michel Faber (Sotto la pelle, Einaudi), punta molto sulle immagini e le musiche sofisticate e sulla bellezza mozzafiato di Scarlett, in versione bruna. Una creatura di un altro pianeta che, indossato un corpo femminile come una tuta o una calzamaglia, usa il suo evidente potere seduttivo per adescare esseri umani di sesso maschile, scelti tra quelli che vivono soli e non hanno nessuno che li rivendichi. Tutti, nel film, vogliono fare l’amore con lei. Uno solo ne avrebbe la concreta possibilità ma non ci riesce, perché l’aliena non ha il sesso.

Spiega il regista, al suo terzo film, con una notevole esperienza nel videoclip: “Mi ha attratto nel libro di Faber la possibilità di vedere il mondo attraverso gli occhi di un’aliena, pensavo che questo può farci capire meglio anche noi stessi”. Ma ha evitato accuratamente di addentrarsi negli aspetti filosofici, per realizzare un film molto tattile e visivo. “Non faccio film a tema, su amore, sesso, vita, morte. Parto da un sentimento, dall’intuizione del personaggio, che si trasforma da essere indefinito in una donna”. Mostrando via via l’alienazione della protagonista che scopre un’umanità violenta, squallida e triste, con qualche raro sprazzo di gentilezza. “Il nostro pianeta è il pianeta alieno, siamo noi i marziani”, dice ancora Glazer che ha girato molte scene con otto videocamere nascoste nel furgone guidato da Scarlett in giro per la Scozia, riprendendo gente comune. E quasi tutti gli interpreti sono presi dalla strada, tra questi anche un giovane affetto da un grave handicap, una sorta di “elephant man”. Con lui una scena che per l’attrice è stata molto difficile, anche per non ferirne la sensibilità. Per Scarlett “è interessante lavorare in questo modo, faceva venire fuori in modo genuino i dialoghi tra le persone e ciascuno di loro reagiva in modo completamente diverso”. Ma la diva di Lost in Translation e The Avengers (farà presto il sequel) si dice anche terrorizzata da un set così intimo e dove poteva accadere qualcosa di imprevisto. “A Hollywood tutto è sotto controllo, qui abbiamo abbandonarci all’istinto e anche proteggerci”. Nega poi che si tratti di un film di fantascienza. “Lo considero un’esperienza e non credo che si debba per forza classificarlo in un genere”. Under the Skin uscirà in Italia con la Bim. Infine una rivelazione, la sua grande passione per Federico Fellini. ”E’ sicuramente il mio regista italiano prediletto e il suo film La strada è il mio preferito in assoluto. Tutte le volte che lo vedo mi si spacca il cuore e mi metto a piangere”.