Nel 1983 Carlo ed Enrico Vanzina – come sempre, rispettivamente, alla regia e alla sceneggiatura – realizzano Sapore di mare, quello che sarà il loro più grande successo e lancio per una proficua carriera. Ambientato negli anni ’60 e forte di un potentissimo ‘fattore nostalgia’, il film incassò dieci miliardi delle vecchie lire generando anche un sequel, Sapore di mare 2 – Un anno dopo, diretto però da Bruno Cortini. Entrambi i film sono degli autentici cult generazionali: gioventù, sentimenti, buona musica vintage e la splendida spiaggia di Forte dei Marmi a fare da sfondo. Oggi, però, a essere vintage sono proprio gli anni ’80, epoca nel quale il film originale si concludeva con un rapido falsh-forward, ed è proprio in quel periodo che si ambienta il nuovo Sapore di te, in uscita il 9 gennaio con Medusa (che distribuì anche il primo episodio) in circa 400 copie.
“Se avessimo dovuto seguire la logica del ventennio di distanza tra ambientazione e realizzazione – spiega Carlo – saremmo finiti nel ’93. Ci abbiamo pensato, ma abbiamo fatto una scelta diversa per ragioni di marketing: dopo il successo di Notte prima degli esami di Brizzi abbiamo capito che gli anno ’80 avrebbero funzionato. Ma ci è piaciuta l’idea di ripartire da dove avevamo finito, anche se con altre storie e altri personaggi. Non abbiamo invece mai pensato di richiamare il cast originale, siamo soddisfatti del nostro, non potevamo trovarne di migliori”. Tra gli attori coinvolti, ci sono Serena Autieri, Nancy Brilli, Eugenio Franceschini, Matteo Leoni, Virginie Marsan, Maurizio Mattioli, Giorgio Pasotti, Katy Saunders, Martina Stella e un istrionico Vincenzo Salemme nei panni di un politico socialista con troppa passione per il genere femminile. “Data la distanza – continua il regista – è evidente che non è un film nato per sfruttare il successo del primo capitolo. Non è un film fatto con calcolo, ci piace l’idea di portare una ventata di ottimismo in un momento cupo. Anche per questo la scelta di farlo uscire in inverno: vien voglia di fare un tuffo, dopo le uscite natalizie. E’ un tipo di comicità diversa da quella del film di Natale, e io lo so perché ne ho fatti tanti. Del resto il primo Sapore di mare uscì a febbraio ed ebbe fortuna”.
“Non è un film farsesco o aggressivo, ma di sentimenti – aggiunge lo sceneggiatore Enrico – è un film ottimista, dove da un lato c’è un forte senso di un destino che può cambiarti la vita, ma emerge il messaggio che chi ci mette il cuore, ce la fa. Non siamo noi a decidere se diventerà un cult come il predecessore, allora eravamo più giovani e raccontavamo una vicenda in qualche modo autobiografica. Quelle erano le nostre estati. Stavolta ci siamo concentrati più sul periodo, parliamo anche di politica, ma abbiamo evitato di fare un trattatello sugli anni ’80, che hanno una stampa fin troppo cattiva. Invece hanno generato tante cose buone anche dal punto di vista cinematografico e musicale. Oggi si tende a rottamare tutto. Va bene, è una cosa naturale della vita. Ho visto a Capri un film con Meryl Streep che guardandosi allo specchio, senza nominare le sue rughe, commenta ‘questo è il brutto della vita’. Ma ci vuole rispetto. Non puoi disfarti in un secondo di chi ha fatto la storia di questo paese”. “E poi – aggiunge Salemme – voglio spezzare una lancia. La classe politica di oggi non si sta comportando così male. Continuare a lamentarsi è inutile e fuorviante. Chi li ha votati questi politici? Dire sempre che non funzionano significa dire che non funzioniamo noi. Io penso che il paese cambi e si rinnovi. Comunque, personalmente non mi sono ispirato a nessun personaggio particolare. Interpreto lo stereotipo di un onorevole del partito socialista, a cui piace ‘ballare’. E che facevano ballare pure noi”.
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