Santa Clause è nei guai


Dopo il successo di Santa Clause (1994) e Che fine ha fatto Santa Clause? (2002) Tim Allen torna a vestire i panni di Scott Calvin – alias il simpatico omone con la barba bianca Santa – alle prese con una famiglia esigente e con il cattivo Jack Frost (Martin Short), personaggio al suo esordio in questo terzo episodio della serie, che vuole approfittare dello stato di vulnerabilità di Santa e impadronirsi del Natale. Tim Allen ammette che non era del tutto convinto d’indossare nuovamente i 35 chili del suo costume nel nuovo Santa Clause è nei guai: “Non avevo intenzione di girare un altro ‘Santa Clause’. Non mi piace ripetermi. Ma in una riunione con i produttori del film sono venute fuori un po’ d’idee su come sarebbe il mondo senza Babbo Natale e la cosa mi ha stuzzicato”. A proposito del suo personaggio, Allen spiega: “La mia carriera come Santa in questo episodio è arrivata a un punto tale che i miei lati umani e quindi più deboli cominciano a prendere il sopravvento e al Polo Nord si sviluppano una serie di tensioni”. Alla regia, come nel precedente Che fine ha fatto Santa Clause?, Michael Lembeck: “Quando Tim indossa il costume di Santa succede qualcosa di straordinario, la trasformazione è totale, lui diventa davvero il simpatico vecchietto con la barba bianca che tutti adorano”. Lembeck ci tiene a sottolineare come il mondo di fantasia che ha costruito presenti comunque degli aspetti molto reali: “In questa dimensione fantastica non mancano i riferimenti alla vita vera come, per esempio, la difficoltà a destreggiarsi fra lavoro e famiglia”.
Un cast davvero stellare ha preso parte in questa terza avventura: ai protagonisti degli episodi precedenti si sono aggiunti interpreti come Alan Arkin, Ann-Margret e Martin Short. A quest’ultimo, che vanta una lunga carriera teatrale ed è conosciuto in America soprattutto come il protagonista del programma televisivo ‘Saturday Night Live’, spetta il compito di vestire i panni di un deliziosamente glaciale e malvagio Jack Frost. “Nel suo essere squallido e meschino è quasi adorabile – spiega Short- Jack è convinto di avere le carte in regola per fare Santa, è solo che nessuno gli ha dato la possibilità di esprimere le sue potenzialità. In realtà è un leccapiedi, i suoi gesti non sono mai sinceri. Non c’è proprio niente di onesto in lui e si prova un certo gusto a odiarlo”. Da segnalare infine gli onnipresenti folletti interpretati da centinaia di bambini (ne sono stati selezionati ben cinquecento) con orecchie a punta: un’intera coloratissima comunità di falegnami, operai, architetti e patiti di yoga che si muovono tra strabilianti decorazioni, alberi di Natale, regali e renne. Ed è proprio l’enorme tavolozza di colori utilizzati a colpire nel lungometraggio: lo spettatore non si trova di fronte al classico abbinamento natalizio di rosso e verde ma a un paesaggio fiabesco tutto fatto di trame e colori che sembra appena uscito dalla fantasia di un bambino.
Prodotto da Walt Disney Pictures, l’omone rosso arriva nelle sale italiane il 24 novembre. Ho, ho, ho.

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24 Novembre 2006

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