A sei anni di distanza dall’ultimo film diretto e interpretato, No problem, Vincenzo Salemme torna alla regia riprendendo il suo primo successo teatrale di vent’anni fa “…E fuori nevica!”. Una commedia dal finale amaro, addolcito per il grande schermo, che Salemme scrisse grazie a un’idea di Enzo Iacchetti che insieme a Francesco Paolantoni avrebbe dovuto interpretarla. Ma lungo la strada i due compagni di palcoscenico incontrarono la chiamata televisiva, rispettivamente di ‘Striscia la notizia’ e ‘Mai dire gol’. Al loro posto arrivarono Carlo Buccirosso, Maurizio Gasagrande, e successivamente Nando Paone, la commedia andò in tv nel ’95 con la primissima edizione di ‘Palcoscenico’, e di nuovo a teatro nel Duemila.
Squadra che vince non si cambia così Salemme ha voluto riunire quel gruppo così affiatato per la versione cinematografica, titolo identico, che esce il 16 ottobre con Warner Bros. “In teatro il presupposto fondamentale è l’affiatamento, il teatro è amicizia come nel nostro caso. Al di là della commedia …E fuori nevica! è un film di attori, li mette in moto e loro danno il ritmo”, dice Salemme che interpreta il personaggio di Enzo, un 50enne immaturo, cantante da crociera, squattrinato e con la passione per le corse dei cavalli.
La morte improvvisa della madre lo riporta nella casa napoletana che lasciò trent’anni prima dove vivono i due fratelli. Stefano/Buccirosso, ha perso il lavoro ed è innamorato di Nora promessa in matrimonio ma tenuta sotto chiave dalla madre. Cico/Paone, una maschera espressiva, è il fratello picchiatello, un bambino adulto da accudire sempre e con cui giocare agli indiani.
“Tutti e tre i fratelli sono disagiati, ma Cico è in fondo il meno disagiato perché ha una tara congenita, mentre gli altri due lo sono diventati a causa della vita”, afferma Paone.
Il film narra la forzata convivenza di questi tre fratelli così diversi tra loro, alle prese con scontri quotidiani e situazioni comiche. Ci sono anche Margareth Madè e Giorgio Panariello nel cast. La prima è la dirimpettaia non vedente, “un personaggio femminile e una sottostoria d’amore rallegrano sempre”, aggiunge Salemme.
Il secondo dà vita a un personaggio che nel testo teatrale era solo una voce al telefono, quella del creditore che batte cassa da Enzo. “Ho voluto allargare la geografia del film, uscire un poco da Napoli, così ho voluto Panariello nei panni di un romano, quasi una citazione, sopra le righe per non cadere nel realismo”, aggiunge il regista.
Quanto al finale cambiato rispetto alla commedia originale, Saleme è convinto che una conclusione drammatica di una commedia “non regge al cinema, mentre a teatro una volta tirato il sipario, il pubblico vede gli attori veri che tornano sul palcoscenico”.
Ricomposto sul set il collaudato gruppo attorale di un tempo per far ridere senza cattiveria, a quando un’analoga rimpatriata sul palcoscenico? Salemme la vede difficile perché una tournée chiede un impegno di mesi, più disponibili Buccirosso e Paone. Forse una possibilità c’è per tutti e quattro quella di un evento teatrale, programmato per due mesi e non di più, che metta insieme una selezione di pezzi forti del gruppo.
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