E’ la prima volta insieme sul set della commedia Compromessi sposi di Francesco Micciché, in sala il 24 gennaio con Vision Distribution. O meglio Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono già si erano incrociati, interpreti di differenti episodi, in Buona giornata (2012) di Carlo Vanzina. Salemme è un rigido politico locale grillino, “il sindaco del cambiamento” di una cittadina del Sud, Gaeta. Abatantuono è un imprenditore del Nord, milanese, che si è arrangiato e ha fatto i soldi nell’era berlusconiana. Le loro strade s’incrociano in quanto futuri consuoceri quando tra i loro due figli è amore a prima vista e nel giro di una notte decidono di sposarsi.
Ilenia/Grace Ambrose è una giovane fashion blogger del Sud, Riccardo/Lorenzo Zurzolo è un ragazzo del Nord che aspira a fare il cantautore. Un matrimonio che non s’ha da fare per i rispettivi papà provenienti da due mondi completamente differenti e in forte contrasto. Ma entrambi scoprono di volere in fondo la stessa cosa e nella decisione di impedire a qualsiasi costo il matrimonio, coinvolgono tutta la famiglia a cominciare dalle mogli interpretate da Rosita Celentano e Elda Alvigini.
“Il mio Gaetano possiede una fragilità mascherata dall’osservanza delle regole. Non conosce la figlia e la teme perché potrebbe scoprire la sua debolezza”, dice Salemme. “Da tempo ricopro spesso il ruolo del padre nei film – aggiunge Abatantuono – qui i due genitori sono contrapposti naturalmente per una questione di origine geografica e di carattere. E la chiave del film è il loro rapporto conflittuale che genera divertimento”. Entrambi gli attori sul set si sono sentiti affini. “Questo affiatamento è venuto spontaneo perché comune si è rivelato il modo di intendere la vita e il mestiere”, spiega l’attore napoletano. “Un’affinità – per Abatantuono – che si è manifestata nell’improvvisazione sul set, quando la sceneggiatura viene manipolata dall’attore per sentirsela addosso”.
Per il regista Francesco Micciché (Loro chi? e Ricchi di fantasia), figlio del critico e storico del cinema Lino Micciché, la vera storia d’amore del film non è quella dei due ragazzi, ma quella che nasce dai due padri, il cui conflitto sfocia nell’intesa e nella comprensione reciproca. Quanto ai riferimenti politici, in particolare il sindaco Salemme nei panni del “nuovo che avanza”, Il regista precisa che “il tema politico è soltanto laterale. Cuore del film è semmai l’idea di una famiglia dove i padri sono distratti e non si accorgono di quanto i figli siano più maturi di loro. Il film, come ribadito anche nelle note di regia, trae ispirazione da Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi (1960) una pellicola di Mario Mattoli, nella quale i due popolari attori erano appunto due genitori che facevano fatica a capire i loro figli.
“Vincenzo e Diego sono a una parte importante della nostra tradizione di commedia o di comicità, teatrale o di cabaret che sia. A immaginarli insieme mi è subito venuto in mente il duo Totò-Fabrizi del film di Mattioli – afferma l’autore – Alto e grosso Diego, piccolo e magro Vincenzo. Ed in effetti poi vederli vicini ha subito avuto un effetto comico. Non è un caso che alcune delle battute inventate sul set vengono proprio da questa evidente e buffa differenza fisica”. Gli altri componenti del cast sono: Dino Abbrescia, Rosita Celentano, Elda Alvigini, Valeria Bilello, Susy Laude, Sergio Friscia e Carolina Rey. Da segnalare infine la comparsa nel film del primo product placement di un marchio di marijuana legale.
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