“Dopo aver visto questo film, 15 milioni di coppie in America divorzieranno”. Parola di David Fincher. Il suo nuovo film Gone Girl (in Italia si intitolerà L’amore bugiardo e uscirà il 18 dicembre con la Fox dopo l’anteprima italiana al Festival di Roma) è ancora una volta ispirato a un romanzo, quello omonimo di Gillian Flynn. Un best seller da 2 milioni di copie solo negli Usa, che da noi è pubblicato da Rizzoli. La scrittrice, ex giornalista di The Hollywood Reporter, autrice di altri due thriller (Sulla pelle e Nei luoghi oscuri) ha collaborato con il regista di Fight Club, Zodiac e Millennium. Uomini che odiano le donne, a uno script che abbonda di colpi di scena a partire dalla sparizione di Amy. Figlia di due scrittori di libri per bambini che si sono ispirati proprio alla sua infanzia per inventare il personaggio di Amazing Amy, la bella ragazza dai capelli biondi e dalla nuca perfetta si innamora di Nick e lo sposa. Tutto sembra perfetto tra loro, fino al momento in cui, da New York, sono costretti a trasferirsi in provincia per un tracollo economico. Tornato alla cittadina natale per gestire un bar con la sorella gemella, Nick non è più il marito ideale e nel giorno del loro quinto anniversario lei svanisce. È stata rapita – come mostrerebbero i segni di una colluttazione avvenuta in salotto – oppure è fuggita? Il marito la cerca davvero o fa solo finta?
Interpretato da Ben Affleck e Rosamund Pike, prodotto da Reese Witherspoon, che inizialmente avrebbe dovuto esserne la protagonista, il film avrà la sua prima mondiale al New York Film Festival. A Roma abbiamo incontrato Pike: trentacinquenne londinese, figlia di due musicisti classici, laureata ad Oxford, viaggia senza stuolo di assistenti al seguito ma solo con il marito da cui aspetta il secondo figlio.
Questo thriller dà del matrimonio un’immagine così inquietante che fa venire voglia di divorziare, come dice provocatoriamente Fincher. Cosa pensa al riguardo?
Lui ama provocare con i suoi film. Per questo continuiamo ad andarli a vedere. Magari possiamo pensare che queste cose succedono solo in America e che qui in Europa stiamo meglio. Ma in un’epoca in cui il narcisismo è sempre più dilagante, i media mostrano al mondo coppie ideali di attori e atleti, anche la gente comune comincia a vedere il proprio rapporto dall’esterno. Tutti vogliono essere la coppia più fica e più felice del mondo. Altrimenti perché stare insieme? Ecco la ricetta per alimentare aspettative insostenibili con conseguenze inimmaginabili.
Amy è un personaggio che può disturbare e persino respingere per le sue reazioni estreme.
È affascinante e seducente, ma molto complicata ed è vero che può respingere. Spesso i personaggi femminili forti hanno caratteristiche maschili o utilizzano il sesso come esca. Amy invece è molto forte ma ha un cervello che funziona in modo femminile. È un personaggio diverso, da molti punti di vista.
Lei ha iniziato con James Bond in La morte può attendere del 2002. Quel ruolo le è rimasto a lungo attaccato addosso. Non teme che ora accada lo stesso con questa erede di ‘Basic Instinct’?
È vero, Miranda Frost mi è rimasta addosso per almeno 15 anni e ho dovuto lottare contro questa immagine. Allora avevo 21 anni ed ero appena tornata da una vacanza con lo zaino sulle spalle, abbronzata e spettinata, eppure ebbi la parte. Con Amy lo stesso, Fincher ha creduto in me. Comunque non temo di essere odiata.
La scrittrice Gillian Flynn è stata accusata di misoginia per questo romanzo.
Al contrario. Sia lei che David Fincher sono addirittura femministi. Lui ad esempio sceglie i suoi collaboratori senza distinzioni di genere, solo guardando il curriculm.
Senza rivelare troppo, diciamo che Amy è una donna che prende in mano la propria frustrazione e la trasforma in qualcosa di diverso.
Gyllian ama molto esplorare la rabbia femminile, l’ha fatto anche negli altri libri. In genere la rabbia non è considerato un sentimento femminile, perché la donna arrabbiata viene considerata un’isterica. Amy ha avuto infanzia privilegiata dal punto di vista economico, ma è cresciuta con accanto questa specie di sorella fittizia inventata dai suoi genitori, che era sempre più bella e più brava di lei. Così aveva la sensazione che qualcuno la potesse tradire. Ecco il fondamento della sua rabbia. Non è una figura diabolica che esce dal nulla ed è per questo che il libro mi piace molto.
Il finale aperto suggerisce un sequel, Amy potrebbe diventare l’Hannibal Lecter al femminile?
Fincher lascia sempre il finale aperto, non per preparare un sequel, ma perché vuole che siano gli spettatori a pensare a cosa succede dopo.
Nella realtà purtroppo sono le donne ad essere vittime di violenza domestica, uccise da mariti e fidanzati respinti. Cosa pensa di questo ribaltamento di prospettiva?
Fincher cerca sempre di inserire un aspetto di satira sociale nel thriller. Qui c’è un evidente umorismo dark, non va visto in modo realistico. E’ chiaro che le donne sono vittime, ma ci sono molte forme di violenza meno evidenti. Bianca Jagger ha una fondazione per i diritti umani e mi diceva che c’è un problema di violenza contro ragazzi e uomini.
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