Una Roma multiforme, avvolta da nuove forme religiose e pervasa dall’ombra silente del potere è la protagonista di Nazareno, film indipendente dell’esordiente Varo Venturi nelle sale dal prossimo 28 giugno. Vite che si incrociano nei bassifondi di periferia mosse da bisogni primari ma percorse anche da un anelito di spiritualità, che oscillano tra la violenza della legge di strada e il desiderio di redenzione. Gli eventi si snodano con imprevedibili e veloci colpi di scena sino ad arrivare a toccare gli alti palazzi del potere che gioca con le vite di chi lo abita o semplicemente ne viene in contatto.
Quattro anni di gestazione e un cast di attori non professionisti per un film girato con poche risorse e in totale autonomia, che ha cercato ispirazione in alcuni fatti che hanno velocemente attraversato la cronaca locale come la notizia di un traffico di Uranio 235 a Roma o quella di un prete presunto capo di una cellula terroristica islamica che entra e esce dai palazzi vaticani. “Sono supposizioni”, dice il regista. “Non pretendo di dare al film altra connotazione che quella di fiction. Ma c’è sicuramente un’interrelazione tra religione, politica e vita quotidiana su cui bisogna riflettere”.
Protagonista nonché ispiratore della pellicola è l’infermiere professionista Nazzareno Bomba che nel film interpreta con impressionante credibilità se stesso: amorevole infermiere geriatrico di giorno, picchiatore professionista per recupero crediti la notte. Un personaggio che cerca di liberarsi dalla violenza del destino e del passato (un padre religioso e insieme brutale), alla ricerca di redenzione (economica e spirituale), con una fisicità possente e una spiritualità ancora più vigorosa. Fin dall’infanzia frequenta una confraternita religiosa (nella realtà Nazzareno appartiene all’arciconfraternita dei Portatori della Madonna di Trastevere) e porta come una croce il peso del suo nome. E’ alla ricerca di risposte che cerca nei vangeli apocrifi (quelli non canonicamente approvati dalla Chiesa) e sente il bisogno ossessivo di fare qualcosa di più, ma soprattutto di capire la realtà che lo circonda. Assoldato da un mefistofelico avvocato che opera nelle alte sfere ecclesiastiche per una pericoloso colpo ai danni della mafia romana, si ritrova inconsapevolmente coinvolto in un terribile traffico internazionale e scopre di essere un automa controllato da un “potere alto” che si muove tra rampanti mafie dell’est e terrorismi islamici.
Un continuo oscillare tra aspirazioni terrene e spirituali, violenza e imprevedibile redenzione che viene in conclusione svelato nella citazione nietzschiana dell’avvocato: “Se diverrete come fanciulli entrerete in quel regno dei cieli ma noi siamo diventati uomini e perciò vogliamo il regno della terra”.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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