Mercoledì 3 luglio in Piazza Maggiore una serata-evento per restituire al film la dimensione del capolavoro amato dal grande pubblico e alle migliaia di spettatori un film “padre della Patria”, come non lo avevano mai visto. Il restauro è stato realizzato dal laboratorio della Cineteca di Bologna L’Immagine Ritrovata a partire dal negativo originale ritrovato nel 2004 e conservato presso la Cineteca Nazionale. Intorno a Roma città aperta sono fiorite varie leggende, sempre relative alla lavorazione accidentata, ai mezzi di fortuna, al carattere casuale della nascita del neorealismo.Due leggende fondamentali sono state confermate, o smentite, negli ultimi anni. Quella di un film senza sceneggiatura, notizia messa in giro da Rossellini stesso (ma sempre smentita dallo sceneggiatore Sergio Amidei) era stata contraddetta dalle puntuali ricerche di Stefano Roncoroni fin dagli anni ’60, solo che nel frattempo i due copioni da lui visionati erano andati dispersi e l’unica traccia rimase una puntigliosa “trascrizione” che lui aveva fatto su nastro, recitando anche la punteggiatura e gli “a capo”. Pochi anni fa Roncoroni ha pubblicato un libro costruito con la sbobinatura di questa “dettatura all’incontrario”: La storia di Roma città aperta (ed. Cineteca di Bologna / Le Mani, 2006).
Un altro colpo di scena è avvenuto pochi anni fa, e riguarda il negativo del film, che si credeva perduto. La leggenda voleva che il film fosse stato girato su stock di pellicola trovata in giro, scaduta, comprata al mercato nero.Quando alla Cineteca Nazionale, otto anni fa, è riemerso un negativo, l’allora conservatore Sergio Toffetti ha pensato di verificare se per caso, come leggenda voleva, non si trattasse di “frattaglie” di pellicola di diversa provenienza. Così era, e fu la conferma che si trattava proprio del negativo originale, quei pezzi di pellicola fortunosamente reperiti da Rossellini e utilizzati per girare per strada. Il lavoro di schedatura del negativo, e un restauro digitale condotto fotogramma per fotogramma, hanno condotto il film, il cui restauro è stato ultimato nel 2007, a una nuova vita in vari festival, da Cannes a Roma.Oggi quel restauro del 2007 serve da base per un aggiornamento, un restauro ulteriore con uno standard digitale di qualità ancora più elevata (4k anziché 2k), a cura della Cineteca di Bologna, della Cineteca Nazionale e di Luce Cinecittà. Di tutto questo si parlerà al Cinema Ritrovato grazie a due incontri, giovedì 4 luglio: alle ore 14.45 al Cinema Lumière, Jean Douchet ed Emiliano Morreale terranno la lezione Roma città aperta oggi; sempre giovedì 4 luglio, alle ore 18 in Sala Cervi, ci sarà invece una tavola rotonda sul restauro del film con Emiliano Morreale e Franca Farina (CSC-Cineteca Nazionale), Gian Luca Farinelli (Cineteca di Bologna), Davide Pozzi (L’Immagine Ritrovata), Sergio Toffetti (Archivio Nazionale Cinema d’Impresa). Ma quest’anno Il Cinema Ritrovato amplia lo spettro del catalogo rosselliniano, presentando altri due restauri: L’amore (diretto da Rossellini nel 1948), suddiviso negli episodi Una voce umana (tratto da Jean Cocteau e interpretato da Anna Magnani) e Il miracolo (interpretato da Federico Fellini), è in programma sempre mercoledì 3 luglio, ma alle ore 18.45 al Cinema Arlecchino. Verrà poi proiettato anche il restauro realizzato nel 2012 di Stromboli terra di Dio (giovedì 4 luglio, ore 16.30, Cinema Arlecchino).
Il film diretto da Vittorio De Sica nel ’61 è stato restaurato in 4k da Cinecittà e Filmauro, con la supervisione di Andrea De Sica. Per l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, le parole del nipote e del figlio, Brando e Christian De Sica
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