Rolando furioso tra i poveri in guerra


E’ una divertente favola metropolitana venata di neorealismo, che attinge alla cronaca vera, quella narrata da Tutti contro tutti esordio alla regia di Rolando Ravello. “Sette anni fa, mentre guidavo, Agostino mi chiamò per dirmi che gli avevano rubato casa dove viveva con moglie e figli da solo due anni”, racconta Ravello. Ne fece un soggetto e su suggerimento di Serena Dandini diventò un monologo teatrale diretto da Lorenzo Gioielli, poi un documentario Via Volontè n.9 firmato da Lorenzo Scurati, infine una sceneggiatura su input di Domenico Procacci e quindi la sua opera prima, che Warner Bros. distribuisce dal 28 febbraio in 250 copie.
La vicenda ha per protagonista lo stesso Ravello nei panni di Agostino che, uscito di casa con la famiglia al completo per la prima comunione del figlio, al ritorno trova il suo appartamento, affitto in nero in un palazzone di periferia, occupato da nuovi inquilini che hanno subito cambiato la serratura. Che fare visto che la polizia non interviene poiché non c’è nessun contratto regolare? Per intanto accamparsi tutti quanti, madre, padre, i due figli e il nonno sul pianerottolo della casa, in attesa che il loro appartamento rimanga per qualche ora senza i nuovi inquilini e così riprendersi il maltolto. E’ l’inizio di una guerra tragicomica tra poveri per un tetto.

“Volevo narrare questa storia con i colori di una favola, come se avvenisse sotto l’enorme tendone di un circo, mantenendo la commedia, senza perdere il realismo e l’umanità dei personaggi”, spiega Ravello. E cita Ettore Scola, con il quale ha lavorato in quattro film, un papà in tutti sensi perché lo ha formato eticamente non solo umanamente.
Girato tra i quartieri Vigne Nuove e Tufello, il regista ha comunque voluto un luogo decontestualizzato che non fosse immediatamente identificabile con la periferia romana. Oltre al protagonista Agostino, gli altri piccoli eroi di questo campionario umano che combatte con le difficoltà quotidiane e per il quale il regista prova empatia, sono: Kasia Smutniak la moglie, Marco Giallini il cognato, Lidia Vitale la sorella, Stefano Altieri che, una lunga carriera teatrale con la Compagnia Attori&Tecnici, offre il riuscito ritratto di un nonno rompiscatole ma pragmatico, che vuole entrare in tutte le decisioni familiari. Apprezzati dunque gli interpreti che si rivelano un cast omogeneo e in sintonia, “ho chiesto loro di essere ben saldi a terra, di non cavalcare la battuta e di evitare i toni grotteschi”, dice il regista.

 

Tutti contro tutti, promosso grazie al marketing virale via web, segna l’inizio di una collaborazione produttiva tra Fandango e Warner Bros., che li vede insieme anche per il nuovo film di Giovanni Veronesi, L’ultima ruota del carro. “E’ stata utilizzata la chiave della commedia per trattare temi seri e interessanti, da proporre al vasto pubblico” dice Procacci, “ma senza cercare le lacrime” aggiunge Massimiliano Bruno, cosceneggiatore insieme a Ravello.
Da segnalare le musiche contaminate dello stornellatore e cantautore metropolitano Alessandro Mannarino, affiancato da Tony Brundo.

autore
21 Febbraio 2013

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