La pellicola è ispirata a una storia molto personale, capitata a una sua antenata. La pellicola è ancora in fase di scrittura, con Umberto Contarello e Sara Mosetti impegnati nella sceneggiatura.
“Perché la scelta di realizzare un film, e perché ora?”
Ho iniziato producendo Storia di una capinera di Zeffirelli, poi Lucchetti, Virzì, Mazzacurati, Marco Tullio Giordana, Tornatore, oscillando tra commedia e cinema d’autore. Il toro e Vincere hanno avuto riconoscimenti importanti, e avevo anche il desiderio di piacere al pubblico, cose che è avvenuta ad esempio con La scuola. Oggi questo è un passaggio naturale. Sono un produttore all’antica, che sta sul soggetto, sulla sceneggiatura, interviene sulla storia. Facendolo io immagino e quando lavori con grandi registi spesso le immagini sono migliori di quello che avevi pensato. Altre volte sono semplicemente diverse. Questa è una storia così personale che farla da me è un passaggio assolutamente naturale. Anche se certamente ho ragionato sulla decisione, mi è venuto spontaneo.
Ha già pensato a un cast tecnico e artistico?
La parte più importante è stata la scrittura. Sarà un film in costume, ambientato vicino Trieste tra il ’44 e il ’45, ma vorrei che avesse un taglio moderno. La storia, quella di un triangolo amoroso dovuto al destino e a una separazione inaspettata, potrebbe avvenire oggi. E sarà naturalmente un film a colori, ma vorrei che avesse il feeling di una pellicola in bianco e nero. Quindi cerco un direttore della fotografia che abbia una luce fredda e dura. Mi piacciono Zamarion e Vladan Radovic. Per i costumi sicuramente penso a Massimo Cantini Parrini, attualmente il top, che viene da Il racconto dei racconti di Garrone e so che non disdegnerebbe provare qualcosa di meno barocco e più essenziale. Per le musiche ho incontrato Teo Teardo.
E gli attori?
Mi piacerebbe avere un cast europeo. Sicuramente ce ne vuole una italiana. E’ una storia di intreccio, su una donna che in una notte di vento non riesce a dormire e ricorda il suo passato come fosse un’ossessione. C’è dramma, dolore, ma anche il tema del viaggio. Chiaramente i personaggi hanno delle età molto ben definite, quindi cerco dei 35-37enni. Ci sono anche personaggi più giovani, quindi perché no eventualmente spazio anche agli esordienti, però già con esperienza, magari a teatro. Oppure dei fenomeni, capita anche quello.
Quando inizieranno le riprese?
Ho bisogno dell’inverno per via della luce e della presenza di neve nella storia. Ma c’è anche una parte primaverile. Direi tra marzo e aprile per proseguire a ottobre e novembre.
Dove si svolgeranno?
La storia è ambientata nel Castelir vicino Trieste, sarebbe bello girare lì o comunque nei paraggi. Sicuramente quindi il Friuli, in montagna, e sto pensando anche ad alcuni paesaggi ungheresi, dove non ci sono alberi ma solo grandi orizzonti di terra, fango e nulla.
Chi lo produrrà?
Naturalmente la mia società, per un terzo del budget che totalmente ammonta a tre milioni e mezzo di euro. Abbiamo già un coproduttore, dipenderà tutto anche dal cast perché vorrei che il coproduttore fosse legato anche all’origine dei protagonisti.
C’è qualche autore che la influenza particolarmente o che le piace?
Negli ultimi anni sono rimasta affascinata da Béla Tarr, la sua crudezza, la sua intensità, la carnalità delle sue immagini, la natura che sovrasta tutto con queste forti scariche di vento, le location, i suoi personaggi, gente semplice la cui vita viene sconvolta da grandi eventi. Nel mio caso è la guerra. Ma non è un film di guerra, il mio. Quello è un pretesto. Ripeto, la vicenda potrebbe essere contemporanea. Parla di desiderio, paura, disperazione, tutti vorrebbero che le cose tornassero come prima ma è impossibile, la guerra cambia le vite di tutti per sempre. Amo diversi generi e sicuramente ho visto molti film sulla guerra, anche per prepararmi. Ci sono capolavori come Schindler’s List o Il pianista, che nemmeno si discutono. Il mio preferito però è La scelta di Sophie, mi piacciono i contrasti, le emozioni e i sentimenti forti, dopo quel film ho portato dietro il dolore della protagonista per settimane.
C’è ancora un sogno che vorrebbe realizzare come produttore?
Prendere un film e farlo realizzare a tre registi diversi. Otterremmo probabilmente tre film completamente diversi.
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