CANNES – “Ho sentito in ogni momento delle riprese di questo film che non ne avrei mai interpretati altri”, dice non troppo commosso Jerry Lewis alla presentazione di Max Rose di Daniel Noah, fuori concorso al Festival di Cannes. L’attore ha fatto ridere a crepapelle per tutta la conferenza stampa. Ad un giornalista che gli chiedeva di raccontare la sua carriera e il suo rapporto con Dean Martin, ha risposto: “Ma lei lo sa che è morto?”. E di fronte alla platea che si sbellicava ha aggiunto: “Lo sapevo che prima o poi avrei detto qualcosa di sbagliato”.
Dopo essere stato male per una fibrosi polmonare, il grande comico, 87 anni, è al Festival con un look singolare, camicia giallo sole sotto un maglione rosso fuoco. Il conduttore dell’incontro stampa si era raccomandato ai giornalisti: parlate lentamente, fate domande semplici, ma lui è stato un fuoco pirotecnico di battute. Nel film è un pianista jazz che scopre un passato di menzogne matrimoniali pochi giorni prima della morte della moglie, interpretata da Claire Boom, la protagonista di Luci della ribalta di Charlie Chaplin. “Sono stato un crazy clown per tutta la carriera, qui invece ho una parte drammatica, non interpreto Jerry Lewis ma un personaggio diverso da me ed è una storia talmente bella che le persone che lo vedranno saranno toccate personalmente. La bellezza dell’amore tra queste due persone anziane è una cosa che ti fa sentire meglio, che commuove anche i bambini. Pagare il biglietto per andarlo a vedere ti ripagherà, ti riscalderà il cuore perché si sente tutto l’amore del regista per questa storia e sono convinto che sarà un successo anche commerciale. Per me stare su quel set era una rinascita continua. Nelle pause di lavorazione potevo stare con Claire Boom, una signora meravigliosa che interrogavo continuamente su Charlie Chaplin”.
La storia è ispirata alla vita dei nonni del giovane regista, “ed è la sceneggiatura più bella che mi sia capitata di leggere negli ultimi 40 anni. L’ho letta, l’ho amata e mi sono detto che volevo interpretarla, anche a costo di pagare 3 milioni!”. L’ex Picchiatello ha scherzato per tutta la durata dell’incontro, facendo smorfie sceme, mettendosi le cuffie per la traduzione nel naso, contando quelli che lo applaudivano. Ha persino bloccato una giornalista che stava andando via. Alla domanda sulle sue attrici comiche preferite, ha risposto: “Cary Grant e Burt Reynolds“, alludendo alla celata omosessualità di quei divi. Quando guarda al passato cosa prova? “Innanzitutto mi siedo, perché tutto cio che ho fatto ha richiesto lavoro e fatica. Il mio sentimento? La stanchezza”. I film che lo hanno fatto ridere e piangere? “Tempi moderni mi ha segnato per sempre. Avevo 8-9 anni non ho mai smesso di ridere. E poi Margherita Gauthier con Greta Garbo”. Ridere “è lo stesso ovunque, non c’è un umorismo americano e uno europeo”. Tutta la mia lunga carriera “mi rende orgoglioso, non ho mai ceduto alla mediocrità”.
Da segnalare infine un piccolo mistero attorno alla proiezione per la stampa del film, annullata senza spiegazioni questa mattina alle 11, mentre Max Rose sarà proiettato regolarmente alle 19,30.
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