Riccardo Scamarcio: il Nero sogna Almodovar


Riccardo Scamarcio, il Nero di Romanzo criminale, è la Shooting Star italiana. Ossia la giovane promessa del nostro cinema selezionata insieme a una ventina di colleghi europei, non solo francesi e spagnoli, ma persino islandesi e bulgari. Sono future celebrità (l’anno scorso toccò a Pasotti, ancor prima a Stefano Accorsi) che il Festival di Berlino mette sotto i riflettori di una platea internazionale per qualche giorno, orchestrando interviste e meeting di lavoro. “Essere qui mi aiuta a togliermi l’ansia, sono addirittura riuscito a parlare in un improbabile ma efficace inglese”, dice l’attore. 26 anni, pugliese di Andria, già vincitore di un Globo d’oro, piace molto alle ragazzine, grazie a film come L’uomo perfetto e Tre metri sopra il cielo, che avrà presto un seguito, come annuncia Marco Chimenz della Cattleya. L’ottimo presupposto del sequel è che il secondo romanzo di Federico Moccia, “Ho voglia di te”, ha già venduto 300mila copie. Ma il giovane Scamarcio si sente addosso anche una vena dark e un po’ maledetta, che ha messo a frutto, per dire, nel recente Texas, storiaccia di provincia dove andava a letto con Valeria Golino. E poi rivela una passione per la politica. “Leggo i giornali, vado alle manifestazioni, mi interessano gli anni ’70 e il caso Moro, anche prima di fare Romanzo criminale volevo capirci qualcosa nell’Italia delle stragi dove i servizi segreti americani mettevano un po’ troppo il naso nelle nostre faccende”. Sarà per questo, forse, che tra i suoi attori preferiti cita, accanto a Mastroianni, Gian Maria Volontè: “I suoi film li ho visti tutti, in particolare amo Todo modo, Indagine su un cittadino, La classe operaia va in paradiso“. Transitato dal Centro sperimentale, dopo aver capito che lo studio sui libri non faceva per lui, Riccardo ha fatto anche teatro (lo spadaccino D’Artagnan al Globe di Roma) e un po’ di tv (sta lavorando al remake della mitica Freccia nera). Mentre al cinema lo vedremo fratello di Elio Germano nel nuovo film di Daniele Luchetti, Mio fratello è figlio unico, un’altra storia politica e molto italiana dove lui è un comunista appassionato e un po’ matto, “un personaggio molto bello e che mi coinvolge totalmente”.
Su Romanzo criminale, che sta per passare in concorso dice: “Spero che il film di Placido sia benvenuto qui a Berlino e che vinca un giusto premio, se lo merita”. Quello del Nero è un ruolo che gli piace nonostante le bombe alla stazione di Bologna. “Con il mio stile cerco sempre di andare oltre la realtà della storia, di trovare ragioni più sottili che hanno mosso qualcuno a diventare un killer. Tra i tanti possibili personaggi, mi pacerebbe anche interpretare il presidente Berlusconi, come ha fatto Placido ne Il caimano di Nanni Moretti”. Un desiderio ancor più estremo? Essere diretto da Pedro Almodovar. Magari, grazie a Shooting Stars, ci riuscirà.

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