La città ideale di Luigi Lo Cascio, I primi della lista di Roan Johnson, L’intervallo di Leonardo Di Costanzo, Terramatta di Costanza Quatriglio, questi 4 film con il marchio Istituto Luce Cinecittà sono tra i 21 titoli (16 di finzione e 5 documentari) che verranno distribuiti dalla Rete degli spettatori (leggi l’elenco), un’associazione culturale indipendente nata con l’obiettivo di promuovere la circolazione di film di qualità e l’incontro tra autori e pubblico, attraverso una rete fatta di sale cinematografiche, scuole e nuovi canali di diffusione. Nel suo primo anno di vita, il 2012, la Rete ha organizzato oltre 60 proiezioni e incontri, nelel seguenti città: Benevento, Bologna, Grosseto, Milano, Perugia, Poggibonsi, Udine, Modena e Sant’Arcangelo di Romagna.
C’è anche una ‘Carta dei diritti dello spettatore’ tra le finalità dell’associazione che ha un suo degnissimo antecedente, come spiega Valerio Jalongo, nella ‘Carta dei diritti del pubblico’, elaborata 25 anni fa dalla Federazione dei circoli del cinema, “le problematiche allora affrontate sono più che mai attuali, segno del blocco asfissiante che vive il Paese”.
Il direttore di ‘Ciak’ Piera Detassis, cha ha fatto parte della Giuria di selezione 2013 della Rete, guarda con favore all’iniziativa. “Negli ultimi 5 anni ‘introvabile’ o ‘invisibile’ è la parola d’ordine dei lettori del mio giornale che fanno i conti con la contraddizione di leggere di film che poi non riescono a vedere, soprattutto in provincia. Accade così che l’unica soluzione trovata sia quella di scaricarli illegalmente. E’ pirateria certo, ma almeno di segno culturale”.
Il giornalista Maurizio Di Rienzo, cha ha fatto parte anche lui della giuria della Rete, ricorda come non sia stato facile selezionare i documentari, tra titoli di buona qualità, in una produzione che oscilla intorno alle 200 unità l’anno.
Andrea Purgatori, in rappresentanza dei 100autori, nel ribadire il no al download illegale che uccide l’industria cinematografica, a cominciare da quella indipendente, sottolinea la validità di una Carta dei diritti dello spettatore a cui va riconosciuta “la possibilità di scegliere e vedere il film che preferisce”. Scelta sempre meno possibile per la crisi delle monosale, luoghi tradizionali del cinema d’autore. “A Milano sono un’entità ormai estinta, sono rimaste l’Arlecchino, l’Ariosto e il mio Mexico – dice il mitico esercente Antonio Sancassani – tra Imu e digitalizzazione non so se ce la faremo a resistere. Mi consola il fatto che c’è ancora pubblico che, nonostante tutto, vuole andare al cinema”.
Plaude all’iniziativa della Rete Walter Veltroni che denuncia come il cinema sia stato abbandonato dalla mano pubblica. “Non ci sono strategia e competenze. Confido nel decreto Passera sulle quote tv d’investimento che fornirà risorse alla produzione. Così come vorrei che fossero salvaguardate le monosale, la cui digitalizzazione va sostenuta direttamente evitando che le stesse anticipino denaro, in attesa del relativo rimborso”.
E Veltroni lancia in chiusura del suo intervento la proposta di un portale pubblico dove sia disponibile tutta la produzione italiana degli ultimi 50 anni sottraendola così alla pirateria.
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