Un fondo italo-francese destinato alle coproduzioni, sul modello di quello franco-tedesco siglato a Cannes nel 2001 e dotato di 3 mln €, è tra le misure concrete varate nel corso dell’intensa due giorni di scambi tra le industrie, che si è svolta a Roma sotto l’egida di Cinecittà Holding, del nostro ministero, del CNC e di Unifrance. Non privo di spunti polemici e vivaci scambi di opinioni, l’incontro, che ha visto la partecipazione di istituzioni, produttori e distributori francesi e italiani avrà una replica l’anno prossimo, a Parigi: “è già una prima coproduzione franco-italiana al nostro attivo”, ha scherzato Margaret Menegoz, presidente di Unifrance, affiancata da Alessandro Usai. Mentre Gaetano Blandini, DG cinema per il ministero dei Beni Culturali, annunciava una commissione mista per verificare lo stato delle coproduzioni e affrontare i numerosi problemi sul tappeto.
Tra le richieste degli operatori: il riconoscimento del sostegno anche alle coproduzioni minoritarie da parte del CNC (attualmente vige in Francia il principio dell’espressione linguistica orginale che favorisce le sole coproduzioni col Belgio e i paesi dell’Africa francofona), oltre a un maggior coinvolgimento delle televisioni sia nella produzione che nella diffusione delle opere europee. Nei palinsesti televisivi (pay e free) di Italia e Francia i film del paese vicino sono infatti relegati in fasce orarie di scarsa visibilità e in generale poco programmati. Nel 2004 la tv francese ha trasmesso 26 film italiani: di questi solo 7 erano di produzione recente, rispetto a 19 classici. Viceversa i film francesi trasmessi dalle tv italiane sono stati 163, 26 in prima visione tv.
Carlo Macchitella di Rai Cinema ha allargato il discorso allo scenario attuale, dominato da reality show e intrattenimento: “il film arriva in televisione già usurato dall’uso nei vari media, da internet al dvd”. Giampaolo Letta di Medusa ha ricordato come quest’anno solo due film italiani (La finestra di fronte e Io non ho paura) abbiano catalizzato l’attenzione del pubblico televisivo mantenendo i livelli di ascolto della fascia oraria. A sua volta, Carlo Fuscagni, presidente di Cinecittà Holding, ha invitato a superare la dittatura dell’Auditel, almeno per quanto riguarda il servizio pubblico con misure, regole e politiche culturali. A questo proposito dai produttori italiani è partita l’istanza di garantire una maggiore visibilità del cinema europeo all’interno del nuovo contratto di servizio Rai. Non poteva non colpire, tuttavia, l’assenza dei rappresentanti di Rai e Mediaset al dibattito del pomeriggio, dedicato proprio al “ruolo della televisione nel sostegno al cinema”.
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