CANNES – “Credo nel valore del silenzio, al cinema e anche nella vita. Tradurlo in forma artistica permette a un attore di abitare completamente il ruolo”. E’ così che Robert Redford descrive la sua clamorosa prova recitativa inAll is Lost, il film di J.C.Chandor passato oggi fuori concorso a Cannes in cui non pronuncia nemmeno una parola in un’ora e mezza di racconto (fatta eccezione per un brevissimo prologo in voce off). All is Lost non ha dialoghi, non ha (quasi) musica e sullo schermo mostra soltanto Redford, il mare e una barca alla deriva. Una sfida di sopravvivenza che diventa una sfida cinematografica notevolissima, tutta giocata sull’acqua (ma anche sott’acqua), dove quest’uomo non più giovane deve resistere alla violenza della natura perdendo progressivamente ogni appiglio e affidandosi solo alla sua tenacia. “Una sfida così non si poteva rifiutare”, racconta ai giornalisti, fiero di essere tornato davanti alla macchina da presa dopo tanti film da regista, “Nessuno dei tantissimi cineasti indipendenti che accogliamo ogni anno al Sundance mi aveva mai chiesto di fare l’attore per lui. Ho colto la palla al balzo e accettato con entusiasmo. Anche perché fare il regista e il produttore sottopone a molte pressioni, è bello ogni tanto recitare, spero di continuare a farlo”.
Se l’ovvio riferimento letterario è Il vecchio e il mare di Hemingway, è impossibile non pensare a Vita di Pi o a Cast Away vedendo questa avventura estrema di naufragio fisico ed esistenziale. Con la differenza che in questo caso il protagonista “non ha nessuna ‘stampella’ ed è solo con se stesso”, ma resiste eroicamente a prove fisiche e psicologiche durissime, a dispetto dell’età. La sua barca a vela va alla deriva e, immerso nell’acqua fino al collo, Redford è costretto ad affrontare la tempesta, la fame, la sete. “Dopo tanti film da regista volevo donarmi completamente al regista. E J.C. aveva una visione forte di questo racconto e una grande padronanza della sua storia”, ha spiegato Redford, divo impegnato, classe 1937, che ha fatto scuola con le sue scelte indipendenti, la creazione del Sundance Film Festival e la vita lontana dalle omologazioni hollywoodiane. Dice che “questo film è l’opposto di quello che si vive oggi. C’è solo il mare, una barca e un uomo e può essere percepito come in contrasto con tutto il rumore che si fa oggi nel mio Paese”.
Anche il regista evoca il valore metaforico del suo All is Lost: “Da un certo punto di vista questa storia riflette la società. Non era la mia motivazione principale, ma in effetti, mentre la generazione di Robert e dei miei genitori ha vissuto la crescita economica, la mia è nata all’epoca della crisi del petrolio. Perciò la mia è la generazione più giovane che osserva quella precedente prepararsi a lasciare il pianeta”. Per J.C. Chandor la sfida era anche quella di mettere Robert Redford in “una situazione strana, anormale. E’ come se gli avessimo tolto la voce e allontanato dai ruoli per cui è ricordato”. E lui, che in All is Lost affronta calmo ogni avversità, ribatte: “Il silenzio obbliga ad avere totale fiducia nel regista e a vivere pienamente il ruolo. Mi ha costretto a essere libero, a ignorare ciò che mi circondava, eccetto il mare e la barca. Avevo tale fiducia che ho potuto lasciarmi andare”.
L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia
Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk