Real Steel: cuore e acciaio


“Cuore e acciaio”, recitava la sigla di un cartoon molto popolare negli anni ’80. Gli stessi anni ’80 di Rocky e Over the Top. Film, conditi di divismo e tanti buoni sentimenti, in cui la passione per gli sport agonistici – la boxe, le gare di braccio di ferro – ricuciva rapporti familiari e umani che sembravano da tempo perduti.

Real Steel, nuovo prodotto DeamWorks con Hugh Jackman, riprende in pieno gran parte di questi temi, aggiornandoli all’epoca di Internet e dei videogiochi. L’anno è il 2020, praticamente domani. Gli appassionati di boxe sono stanchi di assistere a incontri in cui semplici esseri umani si prendono a pugni. Vogliono più violenza, più massacri, più spettacolo. Ecco allora che i robot sostituiscono sul quadrato i pugili di carne. Non ci sono più regole: concetti come l’abilità, l’eleganza, il talento e la professionalità appartengono a un passato che pare molto più remoto di quello che è.

In questo scenario si muove Charlie Kenton (Jackman), ex pugile sul viale del tramonto che con l’avvento dei nuovi metallici lottatori è stato costretto a farsi da parte, e vivacchia assemblando automi scadenti e procurando loro qualche match clandestino. Finché un giorno, nella sua vita, non ricompare Max (il giovane, convincente Dakota Goyo, vero protagonista della vicenda), il figlio che da tempo aveva perso di vista. Dopo un’iniziale reciproca riluttanza, i due uniscono le forze per rimettere in sesto un robot malandato, Atom, trovato per caso in una discarica, e trasformarlo in un autentico combattente. E su un’arena brutale, Charlie avrà finalmente l’occasione per un inaspettato ritorno in scena.

Con un pizzico di fantascienza, la pellicola è l’intrattenimento ideale per i ragazzi di oggi. Uno dei brand che supportano il campionato di robotiche mazzate è Xbox 720. Solo un simpatico scherzo o una rivelazione sul nome della prossima console Microsoft, destinata a sostituire l’attuale modello 360? Certo nel sensore imitativo di Atom, in grado di replicare i movimenti degli umani, c’è molto del Kinect, la periferica attualmente in vendita che, collegata alla macchina da gioco, permette di controllare i personaggi su schermo semplicemente con il movimento del proprio corpo. E’ un segno forte del cambiamento dei canoni narrativi nel genere sci-fi. Non c’è bisogno di immaginare scenari distopici ambientati in un lontano futuro. Perché il futuro è già qui.

 

L’ispirazione dichiarata è però da un racconto breve di Richard ‘Io sono Leggenda’ Matheson, ‘Steel’, già adattato per la tv in una puntata di Ai confini della realtà del 1963. Ma il film è tutto sommato antropocentrico: la marcia in più del piccolo robot, che lo porta in sostanza a vincere un incontro che pareva impossibile, sono i movimenti e il cuore di un vero pugile, il personaggio di Jackman, che lo allena come se si trattasse di una persona reale.

“La sceneggiatura contiene un aspetto molto umano – spiega il regista Shawn Levy – è un grande film d’azione che fa da sfondo a una storia sincera e toccante sul tema del riscatto morale e della salvezza. E’ un omaggio a tutti i film sulla boxe che guardavo da ragazzo insieme ai miei fratelli. Alcuni li avrò visti 50 volte. Mi piacciono anche quelli minori, e lo schema è sempre quello. C’è un eroe caduto in disgrazia che fa di tutto per riabilitarsi e alla fine riesce a trionfare sul ring”.

 

Prodotto da Steven Spielberg, Real Steel sarà in sala con The Walt Disney Company dal 25 novembre.

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18 Novembre 2011

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