Ratatouille: inno al gourmet nella nazione del fast food


NEW YORK – Ratatouille è un inno al gourmet nella nazione del fast food, una celebrazione della zuppa contadina nell’era dell’industria globale dei pasti preconfezionati. Sembrerà paradossale, ma è targato Disney, marchio dell’intrattenimento che ha stretto un patto di ferro con McDonald’s. L’ultima creatura degli studi Pixar strizza l’occhio al nuovo boom statunitense del cibo “organic” e combina le meraviglie del digitale al talento narrativo di Brad Bird, il regista di Il gigante di ferro e Gli Incredibili. Lanciato negli Usa con una campagna di marketing meno aggressiva di Cars, ha strappato l’applauso unanime dei critici che contano e incassato 47,2 milioni di dollari nel primo weekend di programmazione. Ben al di sotto degli altri film Pixar (Cars aveva guadagnato 60,1 milioni dopo il primo fine settimana, Gli Incredibili oltre 70 milioni), ma niente male per un film alle prese con un soggetto tutt’altro che seducente come i topi in cucina.

 

La trama è nota: Remy è un topo della campagna francese dotato di un dono speciale, un gusto sopraffino. Suo padre, quasi un teorico dello scontro di civiltà tra ratti ed esseri umani, vorrebbe impiegare questo talento per scovare topicidi nel cibo-spazzatura consumato dal suo clan ma Remy ha un sogno. Quello di diventare un chef, stregare uomini e topi con la magia dei sapori e magari aprire la strada alla pace tra due culture irriducibilmente antagoniste.
Il suo mentore e angelo custode è Auguste Gusteau, mago della cucina francese, autore del rivoluzionario “Tutti possono cucinare”. Ucciso dalla ferocia del critico Anton Ego, doppiato nella versione originale da Peter O’Toole, che ha declassato il suo ristorante da cinque a quattro stelle, Gusteau sprona Remy verso i fornelli. Dopo un avventuroso viaggio nel sottosuolo di Parigi, il topo dal pelo di pixel si ritrova nel cuore della Capitale, proprio nella cucina di Gusteau, ora governata dal cinico Skinner, che ha trasformato il nome del maestro nel marchio di una linea di surgelati. Qui Remy conosce Linguini, goffo lavapiatti che, scopriremo, ha un legame speciale con Gusteau. I due stringono un’alleanza segreta che genera le gag migliori del film. Chicca tutta italiana invece quella preparata per la versione nostrana del film: a doppiare l’ispettore sanitario Lessard sarà infatti Gualtiero Marchesi, il grande chef italiano.

“Non tutti possono diventare artisti. Ma un grande artista può venire da ogni luogo” scrive Anton Ego, il critico che somiglia a Nosferatu, nella recensione della ratatouille cucinata da Remy. Suona come la rivalsa di Brad Bird che a un giornalista che chiedeva come è cambiata l’animazione ha risposto polemico: “Persiste la convinzione non dichiarata che gli autori di film d’animazione non siano registi, ma fanatici della tecnologia o qualcosa di simile. C’è ancora la tendenza a farci sedere al tavolo dei bimbi e a non vederci come registi”. Bird è entrato in scena quando Ratatouille era in camera di rianimazione, chiamato da John Lasseter e Steve Jobs a salvare il progetto. “Erano in una situazione simile a quella di Toy Story 2, erano tutti innamorati dell’idea ma c’erano difficoltà a farla funzionare” ha spiegato Bird. La scelta del papà de Gli Incredibili si è rivelata vincente. Per A.O. Scott del ‘New York Times’ “Bird ha integrato narrazione e spettacolo con il tocco leggero e sicuro che Vincente Minnelli ha dato ai suoi musical migliori”.

16 Ottobre 2007

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