ROMA – Presentato questa mattina al MIA 2023 il quinto Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale. A introdurre i dati è stata Chiara Sbarigia, Presidente dell’Associazione Produttori Audiovisivi (APA) e di Cinecittà, che ha riportato come il valore complessivo degli investimenti in produzioni italiane originali sia stato di 1.800 milioni di euro, mentre quelli su piattaforma lineare di circa 1 miliardo. “La televisione rimane il primo mezzo audiovisivo – spiega la Presidente – con ricavi nel 2022 pari al 73% del totale mercato”.
Cresce però la componente online, che vale oggi quasi un terzo di quella televisiva. “Film e serie per la TV e il VOD di finzione costituiscono il genere principale per volumi di investimento (55%) ma abbiamo rilevato una crescita importante dei documentari e dell’animazione, principalmente sul segmento VOD”.
Dopo la flessione del 2020 i ricavi cumulati delle prime 50 imprese del settore riprendono a crescere, registrando nel 2021 un valore pari a 1 miliardo 359 milioni che nel 2022 sale, collocandosi attorno a 1 miliardo e 400 milioni.
“Per quanto riguarda i dati relativi all’occupazione – prosegue Sbarigia – sono quasi 117.000 i lavoratori coinvolti nelle attività dell’audiovisivo. Rispetto ai dati del 2021 si registra una dinamica complessiva del +4,7%. La componente del lavoro autonomo è la voce che registra il risultato più elevato (+9,8%), seguita dai dipendenti fuori perimetro (+8,6%), dagli amministratori (+2,4%), dai dipendenti (+0,6%) a fronte invece della sostanziale stazionarietà degli imprenditori.”
Sono intervenuti in seguito alla presentazione del Rapporto anche Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura; Eleonora Andreatta, Vice President Italian Originals di Netflix; Antonella d’Errico, Executive Vice President Content di Sky Italia; Antonella Dominici, Senior Vice President Streaming per Sud Europa, Medio Oriente e Africa di Paramount+ e Pluto TV; Gina Nieri, Consigliere di Amministrazione Mediaset e Giampaolo Rossi, Direttore Generale RAI.
“Veniamoci incontro”, ha sottolineato il sottosegretario Borgonzoni rivolgendosi alla platea di produttori e ringraziando Sbarigia e APA per i dati: “ora riusciamo a parlare con tutti e abbiamo lo stesso fine e interverremo sul tax credit e in generale sul sistema cinema per renderlo più sano”.
Per Netflix, player nel mercato VOD oramai pienamente inserito in Italia, Andreatta ribadisce che “la sfida è superare l’immaginario dell’Italia del grande cinema anni ’60 e proporre un immaginario nuovo e contemporaneo”.
La rappresentazione di un’identità nazionale è tema ricorrente e comune nelle parole di broadcaster e streamer. “In questo sviluppo dell’industria della creatività per Sky è fondamentale l’identità, lavorando anche per costruire su grandi IP”, spiega Antonella d’Errico.
“Siamo in una fase di mercato in attesa”, riflette invece il General Manager RAI Giampaolo Rossi. “Dal rapporto emerge la centralità del servizio pubblico e della RAI, la cui funzione di servizio pubblico deve essere pilastro della filiera industriale dell’audiovisivo”. Dei 116 titoli di contenuti originali Scripted del 2022-2023, il 43% è RAI.
In un sistema che vede crescere però il numero di partecipanti, anche Gina Nieri del Consiglio di Amministrazione Mediaset mette l’accento sull’aumento della competizione, “foriera di maggiori contenti ma anche di grossi aumenti di costi che dobbiamo sostenere”. Tra gli ultimi arrivati, c’è anche Paramount+, che è in Italia dall’autunno del 2022. “Arrivare per ultimi significa correre per recuperare il terreno, ma anche avere l’esperienza degli altri a disposizione: siamo partiti subito con contenuti originali italiani e vederli tra i più visti sulla piattaforma è uno stimolo”.
Considerando i soli lungometraggi (in opera unica o seriale) per la tv e l’online (vod), gli investimenti complessivi in opere di finzione hanno raggiunto i 672 milioni continuando a crescere a tassi importanti. Tale crescita è dovuta essenzialmente all’ingresso sul mercato degli operatori globali del vod. Tuttavia l’incremento dei costi registrato a partire dal 2020 e la crescente scarsità di tecnici e maestranze costituiscono una vera e propria emergenza per il settore, soprattutto in previsione di un’ulteriore possibile crescita del mercato.
Nel rapporto evidenziato anche un fermento per il genere documentario: “Si può notare una crescita in termini di ore (555, +4%), ha illustrato Sbarigia, “a fronte di una lieve decrescita sui titoli (231, -1%). Una leggera diminuzione si registra nel numero di contenuti trasmessi dalle reti lineari (183, -9%), ma un aumento delle ore in palinsesto (442, +5%). Mentre risulta rilevante l’incremento di titoli docu per le piattaforme OTT (48, +41%), che puntano però su format più brevi, con una sostanziale tenuta delle ore (93, -2%).
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