“Iconoclasti. Lo stile di Raffaella Carrà nell’opera di costumisti e stilisti” è l’esposizione al Teatro 1 che dal 29 giugno al 15 luglio accompagna la nuova edizione di Altaroma, organizzata per la prima volta negli Studi di Cinecittà, grazie alla collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà. L’impeccabile caschetto biondo adottato nei primi anni Settanta e quasi immutato da allora. L’ombelico scoperto in anni di censure televisive. Le eleganze maliziose e gli eccessi indossati con ironia. Il bianco, il nero, il rosso, l’oro come colori di riferimento; una cascata di cristalli a rendere indimenticabile il sorriso innocente, un crêpe speciale per fasciare i movimenti sexy. Personaggio dello star system e simbolo di assertività femminile, amata e celebrata secondo logiche trasversali da mondi diversi come la televisione, la moda, la militanza gay, le casalinghe, gli intellettuali, Raffaella Maria Roberta Pelloni, in arte Raffaella Carrà, 75 anni compiuti lo scorso 18 giugno di cui 66 spesi davanti alle telecamere del cinema e delle televisioni mondiali, è la dimostrazione di come si possa conquistare e mantenere il successo rimanendo fedeli a se stessi.
Lo rivela la prima mostra che il mondo della moda le dedica, analizzando l’opera dei grandi creatori del cinema e della televisione che l’hanno caratterizzata e vestita fin dagli albori della sua carriera e delle firme storiche e nuove della moda che a lei si sono ispirati. Curata presso il Teatro 1 di Cinecittà con un allestimento di grande impatto da Fabiana Giacomotti, autrice e direttore scientifico del Master in Teoria e Strategie della Moda a La Sapienza, specialista di costume televisivo, coadiuvata da Annalisa Gnesini, giovane curatrice che ha collaborato a numerose mostre di moda e costume in Italia e all’estero, l’esposizione mette in evidenza i segni e le simbologie più nascoste del “fenomeno-Carrà”, attraverso costumi, abiti, accessori, oggetti, video, foto, i disegni preparatori e i bozzetti dei più grandi costumisti televisivi e cinematografici come Enrico Rufini, Corrado Colabucci, Luca Sabatelli, Gabriele Mayer, Gabriella Pera, e gli abiti degli stilisti che a questi segni si sono ispirati.
40 costumi, selezionati fra oltre 400, provenienti dall’archivio storico della Rai, di Annamode, della sartoria The One, e di Collezioni Carrà di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola, di cui la maggior partemai esposta fino ad oggi, permettono di identificare gli elementi, i tratti e le ricorrenze stilistiche di Raffaella Carrà in un continuo gioco di rimandi fra costume e moda che diventa evidente nella selezione di abiti firmati da nomi come Renato Balestra, Greta Boldini, Luigi Borbone, Mario Dice, Antonio Grimaldi, Giuseppe di Morabito, Guillermo Mariotto per Gattinoni, Leitmotiv, Fausto Puglisi, Marco Rambaldi, Francesco Scognamiglio, Daizy Shely.
Attentissima la scelta delle fotografie, fra cui un inedito offerto da Niccolò Moschini, figlio del grande impresario Pino, a lungo collaboratore di Raffaella Carrà; molto curata la costruzione dei video, selezionati fra le oltre 19mila referenze custodite in Rai Teche. Fra gli oltre 100 bozzetti in mostra anche la straordinaria selezione preparatoria del “personaggio-Carrà”, risalente ai primissimi anni Settanta e firmata da Colabucci, generoso prestito di Stefano Rianda. Specialissimo anche il catalogo-gadget a tiratura limitata per gli ospiti: un “tributo a Raffaella Carrà” inversione paper doll su disegni di Cinzia Leone e comprensivo del cartamodello di una delle sue tute più famose, progettata da Simone Bruno dell’Accademia Koefia.
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