VENEZIA – Lorenza Mazzetti è la regista che negli anni ’50 rivoluziona il cinema inglese fondando il movimento del Free Cinema che si batte per un cinema libero dall’establishment; la scrittrice che vince il Premio Viareggio con il racconto della sua infanzia “Il cielo cade”; la donna colta e curiosa che si muove tra le arti, con lo sguardo e il coraggio di una bambina. Proprio quella bambina che vide davanti ai suoi occhi la sua famigli adottiva sterminata dalle SS. Una tragedia che la porta a scappare negli Anni ‘50 a Londra per dimenticare. Lì si ritrova povera e sola ma non si perde d’animo, riesce a entrare nella celebre Slade School of Fine Art chiedendo di essere ammessa “perché sono un genio!”. Una vita che è tutta una personale di arte, raccontata nel documentario di Steve Della Casa e Francesco Frisari Perchè Sono un genio! Lorenza Mazzetti presentato alla Mostra a Venezia Classici e distribuito in home video da Luce Cinecittà.
Nel documentario insieme alle sue parole la partecipazione degli amici Bernardo Bertolucci, Malcolm McDowell e David Grieco, le cui testimonianze scorrono sulle immagini dei suoi film e le animazioni dei suoi quadri.
“Lorenza è stata ospite più volte a Hollywood Party – racconta Steve della Casa parlando della scelta di raccontare Lorenza Mazzetti. La prima volta per Il cielo cade, poi per Diario londinese, poi per raccontare l’esperienza del Free cinema. Sono rimasto rapito da come raccontava le sue avventure londinesi e non solo, stupito da come queste attraversassero tutta la storia del ‘900, compresa quella della cinema, e così insieme a Francesco abbiamo pensato che sarebbe stato interessante raccontare la storia di questa persona di cui scoprivamo ogni volta qualcosa di nuovo e sorprendente”.
“Lorenza è un donna multimediale ante litteram, sottolinea Fabrizio Frisari. Ha attraversato una quantità di arti sorprendenti, il cinema, la scrittura, la pittura. Una delle sue dichiarazioni che continua a sorprendermi è: “Non sono una scrittrice, ho scritto dei libri. Non sono una pittrice, ho dipinto dei quadri. Non sono una regista, ho diretto dei film” Tutto parte da lei, dai suoi lavori, e dalla sua capacità di raccontarsi e di portare il racconto verso le persone, usando degli occhiali colorati che sono il suo sguardo sul mondo e sulla vita”.
Uno sguardo fiabesco e profondo con cui vive e racconta la sua storia straordinaria, e le tante opere che da questa nascono: “Tutte le fiabe nascono necessariamente con un disastro, una tragedia – sottolinea Lorenza. Questo è quello che mi è successo. Poi a un certo punto è cominciata la mia fiaba”.
Sarà Microcinema a distribuire nelle sale italiane il film Leone d'Oro 2016, The woman who left, nuovo capolavoro di Lav Diaz. La pellicola, che nonostante il massimo riconoscimento al Lido non aveva ancora distribuzione e che si temeva restasse appannaggio soltanto dei cinefili che l'hanno apprezzata alla 73esima Mostra di Venezia, sarà quindi visibile a tutti, permettendo così agli spettatori del nostro Paese di ammirare per la prima volta un'opera del maestro filippino sul grande schermo
Il film di Denis Villeneuve segnalato dalla giuria di critici e giornalisti come il migliore per l'uso degli effetti speciali. Una menzione è andata a Voyage of Time di Terrence Malick per l'uso del digitale originale e privo di referenti
Il direttore della Mostra commenta i premi della 73ma edizione. In una stagione non felice per il cinema italiano, si conferma la vitalità del documentario con il premio di Orizzonti a Liberami. E sulla durata monstre del Leone d'oro The Woman Who Left: "Vorrà dire che si andrà a cercare il suo pubblico sulle piattaforme tv"
Anche se l’Italia è rimasta a bocca asciutta in termini di premi ‘grossi’, portiamo a casa con soddisfazione il premio Orizzonti a Liberami di Federica Di Giacomo, curiosa indagine antropologica sugli esorcismi nel Sud Italia. Qualcuno ha chiesto al presidente Guédiguian se per caso il fatto di non conoscere l’italiano e non aver colto tutte le sfumature grottesche del film possa aver influenzato il giudizio finale: “Ma io lo parlo l’italiano – risponde il Presidente, in italiano, e poi continua, nella sua lingua – il film è un’allegoria di quello che succede nella nostra società". Mentre su Lav Diaz dice Sam Mendes: "non abbiamo pensato alla distribuzione, solo al film. Speriamo che premiarlo contribuisca a incoraggiare il pubblico"