Quando l’Italia mangiava in bianco e nero a Culinary Cinema

Il documentario di Andrea Gropplero di Troppenburg sarà a Berlino, nella sezione dedicata al cibo, che ospita anche il film di Francesco Ranieri Martinotti


Quando l’Italia mangiava in bianco e nero, documentario breve di Andrea Gropplero di Troppenburg prodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà e realizzato con i materiali dell’archivio storico del Luce, sarà presentato a Berlino nella sezione Culinary Cinema. Si tratta di un viaggio documentato e sorridente nella storia e nella filosofia concreta di un’eccellenza mondiale: la cucina italiana. Energia, convivialità, tradizione e sperimentazione. Ma anche educazione, emancipazione, e su tutto una ricetta per il buon vivere. Andrea Gropplero di Troppenburg, (Udine, 1963), regista, sceneggiatore e produttore di lungometraggi, corti, film documentari, fondatore della Pidgin, casa di produzione indipendente bolognese, ha co-prodotto, tra gli altri, Rostropovich Visneskaya Elegia di Alexander Sokurov e Mary di Abel Ferrara.

Come sono cambiati negli ultimi 90 anni i concetti di alimentazione, cucina, convivialità e che incidenza ha avuto sulla “buona tavola” l’energia del Bel Paese? Cosa davvero è cambiato negli usi e costumi degli italiani sul piano della tavola e della qualità della vita? Proviamo a raccontarlo in un viaggio documentato e sorridente tra le ricette tradizionali, regionali della nostra cucina, attraverso le immagini in bianco e nero del grande Archivio dell’Istituto Luce. Un viaggio gustoso tra piatti, cucine, testimonianze e gag di personalità dello spettacolo e della cultura. Quanto la buona alimentazione produce buona energia? La convivialità aiuta la formazione di un patto intergenerazionale? L’alimentazione è ancora un momento di emancipazione della società? Mangiare da soli fa male? Che cosa significa educazione alimentare? La tavola è ancora un momento importante dell’educazione familiare? Le immagini in bianco e nero di una società che nella carestia della guerra, a tavola trovava la felicità di condividere il poco cibo disponibile, sono ancora attuali nel tempo della crisi più importante del dopoguerra? Queste sono alcune delle domande a cui il film tenta di dare risposta. Il taglio del documentario, nonostante queste domande, non vuole essere una indagine sociologica, quanto una ricerca affettuosa, in bianco e nero, delle ricette del buon vivere.

La sezione Culinary Cinema, dall’8 al 13 febbraio, propone 13 film sul tema del cibo e dell’ecologia, abbinati a menù creati dai principali chef europei e alla possibilità di discutere i rapporti tra cibo, cultura e politica. Tra l’altro proprio quest’anno Carlo Petrini, patron di Slow Food, riceverà il prestigioso premio Berlinale Camera in apertura di Culinary Cinema insieme all’americana Alice Waters. Tra i film programmati Chef’s Table Massimo Bottura dell’americano David Gelb, ritratto del cuoco italiano insignito con tre stelle Michelin. In programma anche Il segreto di Otello di Francesco Ranieri Martinotti, dedicato alla famosa trattoria romana punto di ritrovo di cineasti e artisti negli anni del dopoguerra e del boom. Verrà inoltre riproposto La ricotta di Pier Paolo Pasolini. 

Anche quest’anno è possibile trovare ottimo e raffinato street food sulla Joseph-von-Eichendorff-Gasse all’angolo con Alte Potsdamer Strasse.

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21 Gennaio 2015

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