“Mio padre è psichiatra, quindi nella storia c’è qualcosa che mi appartiene. Il suo studio è sempre stato per me un luogo sacro e magico, mi è capitato di innamorarmi di molte sue pazienti”. Così Giuseppe Fulcheri, sceneggiatore e produttore di Vorrei vederti ballare, opera prima di Nicola Deorsola ((già assistente alla regia per Giovanni Veronesi e Matteo Garrone). Prodotto nel 2009, il film ha conosciuto, come spiega lo stesso Fulcheri, “una lunga attesa per la distribuzione poi grazie a Giovanni Marolla, che con la Warner Chappel ha prodotto la colonna sonora del film, sarà distribuito, in 20 copie, da Microcinema dal 6 dicembre“.
Vorrei vederti ballare è una storia d’amore e di rapporti familiari che fa emergere le conflittualità che possono nascere tra genitori e figli. Una commedia sentimentale, a tratti anche amara, con protagonista il giovane Martino (Giulio Forges Davanzati) che vive a Cosenza, orfano di madre e rimasto solo con il padre psicoterapeuta (Alessandro Haber) e molto severo, il quale vorrebbe che il figlio ventenne seguisse la propria carriera.
Martino, però, è un pigro studente universitario, ha una sviscerata passione per le tartarughe, con le quali passa la maggior parte del suo tempo, tranne qualche pausa al cinema d’essai dove ama rintanarsi. La sala è quasi sempre vuota, ma lì Martino fa amicizia con Giusy (Paola Barale), la simpatica e avvenente cassiera, attrice mancata che cita a memoria i suoi film preferiti.
Martino ha anche un’altra passione: quella per una sua coetanea, danzatrice, Ilaria (Chiara Chiti) che spia dalla vetrata della scuola dove lei si esercita alla sbarra. Un giorno il giovane scopre che la ragazza, con problemi di anoressia e accompagnata dalla madre (Giuliana De Sio), si è presentata nello studio del padre per seguire una terapia. Pur di averla vicina, Martino escogita un travestimento, fingendosi un collega giovane del padre e prende il suo posto come terapeuta.
Inizia così un difficile e singolare percorso che condurrà i due giovani a innamorarsi e ad affrontare i conflitti con se stessi, con i genitori e con la vita. Colpi di scena, intrecci ed equivoci per una storia attuale che segue con occhio attento le complesse dinamiche familiari.
Il film, che nel cast ha anche Luis Molteni, Stefano Santospago e Gianmarco Tognazzi, “è una storia universale e per questo può incontrare il gusto di diversi tipi di pubblico – dice il regista – Nasce dal desiderio di raccontare il sentimento umano più immediato e più profondo, ma per questo spesso criptico e irrazionale: l’amore”.
Lo sceneggiatore Fulcheri ricostruisce la travagliata avventura produttiva di questo esordio, iniziata con “la prima stesura della sceneggiatura consegnata nella mani di Nicola Deorsola, mio amico storico appassionato di cinema in attesa di debutto da regista”. E’ allora che comincia la faticosa ricerca dei finanziatori del progetto e dopo un anno giunge la risposta positiva di Rai Cinema, ma occorrono altri produttori. E finalmente l’aiuto decisivo arriva dalla Calabria dove viene ambientata la storia, in particolare il Comune e la Provincia di Cosenza, la Regione attraverso la Film Commission Calabria, la Fondazione Carical e i Parchi Nazionali del Pollino e della Sila.
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