Dopo essere passato alla Festa del cinema, domani 23 ottobre alle 21.10 su Sky Arte HD si vedrà Swinging Roma il documentario firmato da Andrea Bettinetti sull’arte e sulla cultura a Roma negli anni ’60. Un periodo in cui la città ha vissuto un’epoca artisticamente unica, che l’ha consacrata tra le capitali dell’arte mondiale. Good Day Films ha prodotto il film con Sky Arte HD, Istituto Luce Cinecittà e Bulgari, con il supporto della Roma Lazio Film Commission. Partner del progetto sono la Galleria Nazionale di Arte Moderna e l’Archivio di Stato di Latina del MiBACT che detiene il fondo De Martiis/la Tartaruga.
“Il documentario racconta un periodo storico forse irripetibile, dove si incrociavano in continue contaminazioni cinema, letteratura, danza, musica e teatro, e che termina agli albori degli anni ‘70 quando la contestazione sociale frustrata e repressa, sfocerà poi nella violenza e nel rifiuto – spiega il regista Andrea Bettinetti – Ai protagonisti e testimoni dell’epoca ho chiesto di raccontare le atmosfere della città, le personalità del tempo, i ricordi delle mostre e degli eventi, la genesi delle opere”.
Sullo schermo scorrono le immagini delle opere degli artisti, di documenti video e fotografici di allora, dei luoghi simbolo della scena artistica di quegli anni e dal tessuto cittadino.
La Roma a cavallo tra la fine degli anni 50 e i primi anni sessanta non è solo la città del cinema ma si impone come capitale dell’arte contemporanea italiana. Assorbe le novità della Pop Art americana, per metabolizzarle e farle proprie in una dimensione ‘popolare’ e affianca a New York come luogo di sperimentazione. La nuova figurazione di Mario Schifano (l’avvocato Agnelli gli chiese un quadro per la sala da pranzo dell’appartamento romano), le opere di Franco Angeli e Tano Festa, gli autori della Scuola di Piazza del Popolo, come Giosetta Fioroni e Renato Mambor, Fabio Mauri e i suoi schermi, i manifesti cinematografici stracciati da Mimmo Rotella, le innovative gallerie La Salita di Liverani, La Tartaruga di De Martiis e L’Attico di Fabio Sargentini, la figura leggendaria di Palma Bucarelli, la storica direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, che nel 1958 espone Pollock e l’anno successivo “il grande sacco” di Burri.
Al bar Rosati di piazza del Popolo i pittori siedono spesso con intellettuali e scrittori, come Pasolini, Moravia, Arbasino e Jack Kerouac, Nanni Balestrini e Enzo Siciliano, registi e sceneggiatori come Fellini, Flaiano e Pirro. Da Roma poi, passano – e a volte rimangono – anche i grandi dell’arte mondiale come Cy Twombly e Robert Rauschenberg, De Kooning e Sol Lewitt.
Happening di teatro e danza si alternano alle mostre di pittura e scultura e la città vive un fermento culturale è quello che precede il Sessantotto. Apre il nuovissimo Piper Club, luogo di ritrovo alla moda per i giovani nottambuli romani, e sul suo palcoscenico Schifano organizza l’evento ‘Grande angolo, Sogni, Stelle’, tappa fondamentale dell’underground italiano. Durante la serata accompagnati da filmati proiettati su diversi schermi, si alternano suonatori di sitar, ballerine e poeti.
Il documentario vuole ricostruire questo periodo aureo e a volte eccessivo attraverso un lungo viaggio per la città alla ricerca dei luoghi simbolo di quegli anni, dal Bar Rosati al Piper, dalla Galleria Nazionale d’arte Moderna a Piazza di Spagna e Via Veneto, dalla Tartaruga all’Attico.
Un viaggio costellato di incontri con alcuni dei protagonisti e/o testimoni del tempo come Achille Bonito Oliva, artisti come Giosetta Fioroni e Jannis Kounellis, Gianfranco Baruchello, il gallerista Fabio Sargentini, gli scrittori Raffaele La Capria e Nanni Balestrini, Marina Ripa di Meana, Achille Mauri.
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