“Festa per me non vuol dire lustrini, ma condividere l’emozione di un gran bel film in sala, è incontrare registi e attori importanti, o artisti come Riccardo Muti e Renzo Piano che ci parlano del loro rapporto con la settima arte. Tutto il resto è benvenuto ma viene dopo”, ribadisce il direttore artistico Antonio Monda nel giorno dei bilanci della sua prima edizione della Festa di Roma. Il modello è quello del Festival di New York ricorda: nessun premio, film di qualità e tanti incontri.
E a chi gli contesta che la definizione scelta, Festa del cinema, implica un red carpet all’altezza che purtroppo non c’è stato, Monda risponde di “non volersi arroccare, perciò raccolgo questo invito a più passerelle e l’anno prossimo sarò più attento agli ospiti”.
Ma ricorda anche i nomi di coloro che hanno sfilato: da Monica Bellucci a Jude Law, da Joel Coen e Frances McDormand a Todd Haynes a Wes Anderson e tanti altri. E rivela anche che erano stati previsti altri divi “uno americano e l’altro australiano e una star messicana, ma i loro film erano insufficienti e io ricerco la qualità”. Monda è sicuro di una cosa, che i premi continueranno a non esserci, tranne quello del pubblico.
La data prevista per il 2016 è 13-22 ottobre. “Purtroppo non esiste una data felice, tutte le altre sono piene. L’unica soluzione è cambiare drasticamente la formula, fare cose che gli altri non fanno”.
Il consuntivo in termini di numeri è affidato a Lucio Argano, direttore generale della Fondazione, e non è del tutto positivo. Oltre il 25 per cento in meno di incasso rispetto all’ultima edizione guidata da Marco Müller (293mila euro contro gli attuali 216mila, cifra al 24 ottobre), meno 21% di biglietti venduti, meno 33% di ingressi gratuiti. Sono dati che vanno però collocati in una edizione, spiega Argano, che rispetto al 2014 è durata un giorno in meno, non ha avuto disponibile la sala Santa Cecilia (2500 posti quotidiani che forse solo nel 2017 torneranno per la programmazione) e sono aumentate le convenzioni con enti e associazioni culturali (10 euro il prezzo medio del biglietto).
In totale 53 i film proiettati di 24 paesi, 14 gli schermi, 313 le proiezioni di cui a pagamento 176. Rimane stabile il numero degli accreditati, oltre 4900, ma con uno spostamento a favore del MIA. Il budget della Festa è pari a 4 milioni dei 10 a disposizione della Fondazione.
Piera Detassis si dichiara soddisfatta del programma di qualità presentato dalla Festa e sottolinea la strada tracciata dalla Fondazione Cinema per Roma, di cui è presidente: “Un’istituzione che deve lavorare tutto l’anno per la città e fare rete con i players e le associazioni cinematografiche”. I primi risultati stanno arrivando: CityFest, le 9 sale di città che hanno ospitato eventi e proiezioni, il grande progetto educational L’ora di cinema, le sinergie con il MIA, il Roma Fiction Fest. E infine. fiore all’occhiello, la Festa che arriva nei quartieri come al Pigneto.
Mercoledì 18 novembre alla Casa del Cinema Giancarlo De Cataldo e Mario Sesti, insieme a Giorgio Gosetti, analizzeranno alcune scene del maestro del brivido. A introdurre l'incontro l'attore Pino Calabrese
Viaggio tra i progetti italiani presentati al mercato di coproduzione all’interno del MIA. Da La dea delle acque calme di Elisa Amoruso all'opera prima di Fulvio Risuleo, Guarda in alto, dal nuovo film di Costanza Quatriglio Sembra mio figlio al 'western' in salsa sicula firmato da Giovanni La Pàrola, Il mio corpo vi seppellirà, a Palato assoluto di Francesco Falaschi. Ecco cosa ha catturato l’attenzione degli operatori internazionali venuti a Roma a caccia di storie
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“Ho scoperto Verdone a casa, con i suoi personaggi visti e rivisti in tv, era diventato uno di famiglia. Sul set è un regista molto serio, scientifico, sa bene cosa vuole, anche se un terzo del film è improvvisato”, dice di lui l'attrice Paola Cortellesi protagonista alla Festa del cinema con l'attore e regista romano degli Incontri ravvicinati. Lui l’ha scoperta al cinema e in tv come attrice comica, brillante e anche drammatica: “è dirompente, abbiamo la stessa ironia e c’è una grande sintonia tra noi”. Presto li vedremo nei rispettivi film Gli ultimi saranno ultimi e L'abbiamo fatta grossa