Martedì 1 aprile, la seconda giornata del Festival Custodi di Sogni ha ospitato un incontro significativo al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, durante il quale ex allievi del Corso di Regia si sono confrontati sul potere della formazione cinematografica e sulle nuove strade che i giovani autori stanno percorrendo nel panorama attuale. Moderato da Flavio De Bernardinis (docente di Storia e critica del film e Analisi dell’opera audiovisiva presso il Centro), l’incontro ha visto la partecipazione di Francesco Amato, Claudio Cupellini, Margherita Ferri e Hleb Papou, che hanno raccontato le loro esperienze e le sfide affrontate nel loro percorso artistico.
Francesco Amato (diplomato al CSC nel 2006 e regista di 18 regali del 2020) ha ricordato il periodo in cui ha frequentato il Centro, sottolineando le differenze rispetto al modello formativo attuale: “Quando sono entrato avevo 26 anni, un’età limite per entrare, ed era un momento di passaggio. L’impostazione del CSC, all’epoca, era più teorica e critica, una scuola universitaria che lasciava poco spazio alla pratica”. Un approccio che, sebbene fondamentale per la crescita culturale, ha reso difficile per lui confrontarsi con le esigenze pratiche del mestiere.
Claudio Cupellini (regista di Una vita tranquilla e della serie Gomorra) ha evidenziato il cambiamento che ha caratterizzato il suo periodo al CSC: “Quando sono entrato io, i film e le esercitazioni svolte in classe cominciavano a circolare nei festival. Prima di me, la didattica era molto più accademica, ma con il nostro anno si iniziò a promuovere la diffusione dei nostri lavori”. Questo approccio, ha spiegato, ha stimolato una visione più concreta della professione, spingendo gli studenti a pensare al pubblico e a confrontarsi con esso.
Margherita Ferri (regista di Il ragazzo dai pantaloni rosa del 2024), allieva dell’ultima classe a girare in pellicola, ha raccontato con nostalgia i tempi passati al CSC: “A volte abbiamo preso in prestito attrezzature, siamo stati beccati per girare fuori Roma. Ma il CSC ci ha insegnato a metterci in gioco, a fare cortometraggi brutti, ma sempre con la possibilità di rialzarsi”, ha detto.
Hleb Papou (diplomato al CSC nel 2017, regista di Il legionario del 2021) che ha frequentato il corso in un’epoca già digitale, ha condiviso la sua esperienza: “Avevo 22 anni quando sono entrato e l’importante era girare qualcosa. Se non fosse stato per il CSC, non avrei mai potuto imparare”. Per Papou, il CSC è stato fondamentale per costruire le basi di una carriera, non avendo mai avuto esperienze precedenti nel settore.
In conclusione, i partecipanti hanno sottolineato la necessità di preparare i nuovi autori per un mercato che non è più limitato al solo cinema tradizionale. Le piattaforme digitali, con le loro infinite possibilità, hanno aperto la strada alle serie televisive, nuove frontiere per l’espressione creativa. Tuttavia, con questa libertà arriva la responsabilità di formare professionisti pronti a navigare in un mercato che è diventato tanto ampio quanto complesso. “Il CSC è un tempio della formazione d’autore”, ha concluso Ferri, sottolineando come il Centro abbia sempre avuto l’obiettivo di formare caratteri e visioni uniche per ogni allievo.
Il festival Custodi di Sogni proseguirà fino al 6 aprile con un ricco programma di proiezioni, incontri e approfondimenti.
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