Intonando il ritornello di una delle sue canzoni più famose, Tutto il resto è noia, un gruppo di persone capitanate dal regista Stefano Calvagna, ha inscenato una protesta durante la conferenza stampa della nona edizione del Festival di Roma per l’esclusione del film dedicato al Califfo. Il gruppo, che aveva con sé uno striscione, è stato allontanato dalla Sala Petrassi, ma fatto in tempo a scandire: “Califano non lo ricorda nessuno, Roma lo uccide per la seconda volta, dopo Sanremo”. Con una lettera di giovedì scorso, il direttore Marco Müller aveva infatti annunciato a Stefano Calvagna che non avrebbe invitato il suo Non escludo il ritorno, biopic sugli ultimi anni del popolare cantautore romano, interpretato da Gianfranco Butinar. “Il film era finito e pronto per uscire già da 2 mesi – ha rivelato il regista al quotidiano Il Tempo – ma ho aspettato per dare l’inedito al Festival di Roma, la città che ha rappresentato Califano e che lui rappresentava ovunque, esportando con orgoglio la romanità da vero poeta. Il film doveva entrare di diritto nella kermesse romana, almeno come evento. Lapidaria la replica di Müller in conferenza stampa: “Capita che i film non selezionati si possano esprimere così”.
L'assessore alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo di Roma Capitale annuncia: "Il Festival tornerà alla sua vocazione di Festa"
Lascia l'incarico assunto nel 2012 per approdare al Touring Club: Un'opportunità maturata tempo fa e che mi è sembrato corretto mantenere riservata fino ad oggi per non interferire con l'andamento del Festival"
Bilancio positivo per Wired Next Cinema, la sezione parallela al Festival di Roma dedicata ai nuovi linguaggi dell'audiovisivo. Spunti interessanti dall'illustratrice Olimpia Zagnoli sui formati brevi e le nuove forme di creatività. Tra gli appuntamenti più seguiti, soprattutto dal pubblico di giovani, gli incontri con le star del web Maccio Capatonda, The Pills e The Jackal, tutti alle prese con l'esordio sul grande schermo
Parecchi italiani tra i premiati alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Tra loro Andrea Di Stefano, esordiente con Escobar, prodotto all’estero, che ha rivendicato il suo orgoglio di regista italiano formatosi con Blasetti e Sorrentino, e il loquace Roan Johnson che si è definito “un sognatore a occhi aperti. Vedevo che Fino a qui tutto bene procedeva alla grande e mi dicevo ‘magari può andare a un festival e vincere’. Ma poi anche ‘sta’ bonino… un ci pensare. Temevo la mazzata. E invece siamo qui”