Profumo di spie alla francese

Il mistero del profumo verde di Nicolas Pariser, film di chiusura della Quinzaine di Cannes, con Sandrine Kiberlain e Vincent Lacoste, arriva in sala il 20 luglio con Movies Inspired

Profumo di spie alla francese

Un giallo, una spy story, una storia d’amore, un omaggio al mondo dei fumetti e un puzzle di aforismi sull’identità europea. Le Parfum Vert ovvero Il mistero del profumo verde di Nicolas Pariser, film di chiusura della Quinzaine di Cannes 2022, con gli affiatati Sandrine Kiberlain e Vincent Lacoste, arriva in sala il 20 luglio con Movies Inspired.

Quando sul palcoscenico parigino della massima istituzione teatrale d’Oltralpe, la Comédie Française, un attore dal nome slavo muore avvelenato, per Martin, anche lui attore e destinatario delle ultime parole pronunciate in un soffio dall’amico morente, inizia una fuga rocambolesca. E’ sospettato dalla polizia, ricercato dai Servizi segreti, inseguito da una misteriosa e minacciosa organizzazione che prende il nome dal celebre dipinto di Kandinsky, Gruner Duft, il profumo verde appunto. In fuga e con i postumi di una iniezione di barbiturici che non lo fanno stare in piedi, l’impacciato e ingenuo Martin si imbatte in Claire, una disegnatrice di fumetti ansiosa di evadere dalla sua routine quotidiana, fatta di scarsi successi professionali e delle telefonate interminabili di sua madre, ebrea ossessionata dall’idea che la figlia resti single. La complicità tra i due è immediata e pirotecnica.

Il regista, già autore di film come Le grand jeuAlice e il sindaco, non prende troppo sul serio né i suoi personaggi né l’intreccio, anche se i tasselli del genere spionaggio sono presenti tutti, dal prototipo da recuperare al doppiogiochismo ai messaggi in codice.

Con echi della Pantera rosa e omaggi a certi personaggi di Alfred Hitchcock, Vincent Lacoste costruisce il suo bello e sbadato, innocente capro espiatorio, mentre Sandrine Kiberlain è una spalla valida, anche lei goffa quel che basta, ma anche coraggiosa e arguta. C’è decisamente un retrogusto politico nel plot e nei dialoghi perché i due sono ebrei, anzi Claire è tornata in Francia dopo aver trascorso alcuni anni in Israele ed esserne rimasta delusa. Scena da ricordare la crisi di panico di Martin sul treno che attraversa di notte l’Austria diretto verso l’Ungheria: “Un ebreo nell’Europa centrale si sente sempre a un passo dal lager”.

Rudiger Vogler è il cattivo dall’accento tedesco e, nella finzione, rappresenta la terribile Repubblica di Volonia che trama per far piombare il mondo occidentale in qualche oscura dittatura.

di Cristiana Paternò

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17 Luglio 2023

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