BARI. Sono stati assegnati al Bif&st i premi delle sezioni opere prime e seconde: Premio Ettore Scola per la miglior regia a Alessandro Aronadio, regista di Orecchie; Premio Mariangela Melato per il cinema per la miglior attrice protagonista a Sara Serraiocco per La ragazza del mondo di Marco Danieli; Premio Gabriele Ferzetti per il miglior attore protagonista a Luca Marinelli per Il padre d’Italia di Fabio Mollo.
Questi invece i premi della sezione panorama internazionale: Premio miglior regia a Goran Paskaljević per Dev Bhoomi; Premio miglior attrice a Hera Hilmar per An Ordinary Man di Brad Silberling; mio miglior attore a Leonardo Sbaraglia per El otro hermano di Adrián Caetano; Menzione speciale all’attore Andrea Carpenzano per il film Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni.
Nella masterclass al Bif&st l’artista francese ha raccontato il suo impegno ambientalista di produttore e regista cominciato nel 1989 con Le peuple singe
La grande Retrospettiva 2018 sarà dedicata a un autore o un’autrice internazionale vivente. “Quest’anno il ponte del 25 aprile si è rivelato tutt’altro che uno svantaggio, anzi ha incrementato le presenze” afferma il direttore Laudadio, auspicando che torni disponibile il teatro Kursaal Santa Lucia. Il presidente Michele Emiliano ha accennato ai teatri Piccinni e Margherita che, una volta restaurati, potrebbero tornare utili, e a connettere meglio la Fiera del Levante con il Festival, raccogliendo la sfida di spazi dedicati alla creatività
“In Francia il pericolo è molto grande, spero che il 7 maggio al ballottaggio chi ha deciso di non andare a votare cambi idea. Spero che Jean-Luc Mélanchon dia un’indicazione di voto, è insopportabile che non si sia pronunciato”. L'attrice non si sottrae alla domanda di rito sul prossimo voto presidenziale francese, ospite del Bif&st dove ha ricevuto il premio Anna Magnani come miglior attrice per il ruolo ne La pazza gioia. A giugno esce il suo documentario sull’Alzheimer Una ragazzina di 90 anni
Il loro primo incontro è avvenuto sul set di Paura e amore (1988) immerso nella nebbia di Pavia. “Eppure il clima era così festoso e tu, Margarethe, eri così appassionata” ricorda l’attrice Fanny Ardant nel corso della master class al Bif&st dove presenta il suo terzo film da regista, Le divan de Staline. “Era un momento triste della nostra vita, ma era un pozzo di tristezza anche il mio film”, replica la regista Margarethe von Trotta. Le due artiste raccontano il passaggio dalla recitazione alla regia