“Uno degli dei del cinema”. Così Jonathan Demme, regista del Silenzio degli innocenti e Dustin Hoffman, pluri-premio Oscar che non ha bisogno di presentazioni, hanno definito sul New York Times Gillo Pontecorvo. Un’ammirazione che, insieme a una buona dose di ostinazione, ha spinto questi due nomi del cinema made in Usa a portare oggi nelle sale di New York il suo primo film: La grande strada azzurra, anno 1957, finora mai distribuito negli States.
Un onore e una sorpresa per lo stesso Pontecorvo che su quella pellicola, con la severità dei perfezionisti, ha molte riserve.
Come è nata l’idea di far tornare al cinema ‘’La grande strada azzurra’’?
E’ iniziato tutto lo scorso novembre, quando Demme e Hoffman videro il film in una retrospettiva a me dedicata. Quando scoprirono che non era mai stata distribuita partirono in quarta con l’idea di presentarlo loro stessi nelle sale. Io avevo i miei dubbi e le mie ritrosie, ma loro insistevano dicendo che quella storia sarebbe sicuramente piaciuta al pubblico americano e che lì, in nuce, c’è già tutto il mio cinema.
Perché tanti dubbi all’idea di rispolverare il film?
Per fare il primo film un regista deve spesso accettare quello che vuole la produzione. E così è stato anche per me che, tanto per dirne una, volevo girare in bianco e nero e dovetti sottostare alla richiesta di lavorare a colori. Non solo. La protagonista era Alida Valli, una splendida attrice che io adoro, ma quel suo volto così nobile non era adatto per incarnare la moglie di un pescatore di frodo. Ecco, se avessi avuto carta bianca, probabilmente avrei passato mesi alla ricerca di una popolana. Chissà forse esagero a giudicarlo un film mediocre.
Alla fine è contento di questa iniziativa?
Questo film l’ho visto soltanto una volta, credo sarà l’occasione buona per prendere la cassetta e guardarlo di nuovo.
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