Pochi film ma in stato di grazia


M. Muller, D.CroffUna Mostra di autori in stato di grazia, ma anche una Mostra al metal detector. Il programma della 62/a edizione (31 agosto-10 settembre) è stato ufficializzato stamani, all’Hotel Excelsior di Roma, da Marco Müller e Davide Croff davanti ai media e agli addetti ai lavori al gran completo. Il presidente della Biennale ha insistito molto sul “contesto finanziario difficile” e sul contributo del ministero e degli sponsor, tra cui la new entry Telecom che ha ribattezzato la tensostruttura, già legata alla BNL, Area Alice. Il direttore ha lodato la straordinaria qualità dei film, che saranno però decisamente meno del solito: La bestia nel cuore54 lungometraggi, cinque al giorno in media, per evitare code e spintoni all’ingresso delle sale. Razionalizzato nel suo complesso l’andamento del festival – con una sala, la Perla, riservata alla Settimana della critica e ai Venice Days – e intensificate le misure di sicurezza su esplicita richiesta degli anglosassoni. È fortissima, addirittura da record, la presenza americana con undici film, tra cui i nuovi Turturro, Singleton, Soderbergh, Cameron Crowe, il secondo film di George Clooney regista. Il che fa dire a Müller che “il cinema Usa scommette su Venezia”. Sottintesa la competizione con Cannes, ma Thierry Frémaux, fa sapere il direttore, gli ha mandato un sms di auguri.

Forte anche la presenza italiana con tre titoli in concorso (Avati, Comencini e Faenza) mentre mancano all’appello Michele Placido e Roberto Benigni, che non saranno pronti, come ha sottolineato Müller, né per Toronto né per Venezia. Consistente anche la pattuglia asiatica che conta pure sulle due “Storie segrete” del cinema cinese e giapponese proposte in collaborazione con la Fondazione Prada, e che vedremo in sala grazie a BIM e Mikado-Dolmen, oltre che sul Leone alla carriera al maestro dell’animazione Hayao Miyazaki e con l’apertura affidata a Seven Swords. Notevole, e interessante, anche la percentuale di coproduzioni che coinvolgono il nostro paese: Abel Ferrara è al 90% italiano, ma anche i francesi Garrel e Chéreau e il polacco Zanussi hanno nostri capitali nel budget. I documentari non hanno una sezione a parte, ma abbondano in Orizzonti, l’animazione e l’alta definizione hanno il loro posto d’onore, anche con un convegno sul cinema digitale e con le proiezioni in 2k e 4k nella Sala Grande attrezzata all’uopo.

Numerosi gli omaggi. Intanto torna la “Storia segreta del cinema italiano”, che entusiasmò Tarantino, con un omaggio a Fulvio Lucisano produttore di film di Mario Bava e Massimo Dallamano. Poi, naturalmente, Pier Paolo Pasolini a trent’anni dalla morte con la versione restaurata e integrale di Salò. E ancora una carrellata Casanova con le versioni di Riccardo Freda (1948), Steno (1955), Luigi Comencini (1969) e Fellini (1976), mentre fuori concorso passerà quella contemporanea di Lasse Hallström con Heath Ledger, Sienna Miller e Jeremy Irons. Un ricordo di Alberto Lattuada è in programma il 31 agosto in collaborazione con la Settimana della critica, infine Elio Petri sarà protagonista del sentito omaggio dei Venice Days.

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28 Luglio 2005

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