È possibile, nel 2023, realizzare un classico musical ambientato negli anni ’50 senza mettere in discussione le stereotipiche dinamiche di genere che venivano allora proposte? “Ovviamente no” deve essere stata la risposta che si è data Amanda Kramer quando ha scritto e diretto il suo nuovo lungometraggio Please Baby Please, che dopo essere stato presentato al Festival di Rotterdam sarà disponibile in streaming su MUBI a partire dal 31 marzo 2023.
Una gang di strada cammina per una Manhattan palesemente – e dichiaratamente – ricostruita in studio, tra nuvole di fumo e coreografie dalle movenze eccessivamente teatrali. Quando il gruppo di greaser decide di sfogare la propria insensata violenza su un malcapitato passante, si trova come testimoni Suze e Arthur, una coppia di neo-sposini bohémien di rientro nel loro piccolo appartamento. L’ossessione reciproca che nascerà tra la gang e i due, ne metterà grottescamente in discussione l’identità sessuale. Da una parte, il personaggio interpretato da Harry Melling scoprirà un’attrazione inattesa verso uno dei “brillantinati” criminali. Dall’altra, quello interpretata dalla candidata all’Oscar per To Leslie Andrea Riseborough riscriverà il suo ruolo nella società che la circonda. E poi c’è Demi Moore, che ironizza con grande eleganza sulla sua figura di ex sex symbol, vestendo i panni di una donna delle sembianze di una diva, che “dovrebbe essere famosa”, ma che è “solamente sposata”.
Please Baby Please si muove tra gli stereotipi imposti dai classici di Broadway e del cinema come West Side Story e Grease per ribaltare completamente ogni aspettativa legata al “genere”, in senso lato. Dal punto di vista del genere sessuale, i suoi personaggi sono androgini e consapevoli di esserlo (“Che cosa è un uomo?” si chiedono); da quello del genere cinematografico l’ambiguità è affermata con ancora più decisione, parodizzando al tempo stesso il noir, l’horror e, ovviamente, il musical.
Amanda Kramer costruisce una sorta di ucronia ambientata in un passato in cui la fluidità sessuale non era malvista, ma anzi quotidianamente vissuta e “dibattuta”. L’autrice filtra la realtà degli USA negli anni ’50 attraverso il suo personale punto di vista di donna progressista del XXI secolo, permettendoci di scavare in quella società patriarcale che ha fondato le disparità che ci stiamo ancora faticosamente scrollando di dosso.
Senza mai provare minimamente a dare una parvenza di realismo alla messa in scena, ma anzi rivendicandone smaccatamente la teatralità, nelle luci, nella scenografia e nella recitazione, Please Baby Please è un’originalissima critica al machismo e alla mascolinità che per secoli ha condizionato la cultura e l’educazione occidentale. Dopo averlo visto, difficilmente potrete rispolverare il vostro amato dvd di Grease e guardare, con gli stessi occhi di prima, John Travolta e Olivia Newton-John che si dimenano nei loro iconici e aderentissimi pantaloni di pelle.
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