Tutti i grandi cambiamenti nascono da piccole idee, sogni d’infanzia coltivati con dedizione. Questo è sicuramente vero per Arnoldo Mondadori, uno dei più grandi editori italiani di sempre, capace di costruire la sua fortuna dal nulla. La sua storia viene raccontata nella docu-fiction Arnoldo Mondadori – I libri per cambiare il mondo, diretta da Francesco Miccichè e con protagonista Michele Placido.
Alternando scene ricostruite, immagini di repertorio e testimonianze dirette di familiari e colleghi, il film ripercorre la storia di Mondadori, partendo dalle sue umilissime origini fino ad arrivare al suo più grande successo commerciale, rappresentato dalla collana Oscar Mondadori, che meglio seppe rappresentare il suo ideale di cultura popolare alla portata di tutti. “Gli Oscar Mondadori per noi simbolicamente rappresentano un punto di arrivo – spiega il regista Francesco Micciché – perché è il momento in cui riesce, attraverso dei volumi che costavano 350 lire, a diffondere il libro anche nelle edicole, che all’epoca è stata una rivoluzione. L’obiettivo era arrivare a raccontare quel momento perché era il sogno di Arnoldo fin da bambino”.
Mondadori voleva portare un libro ovunque ci fosse una persona: un’impresa ardua soprattutto per un uomo che affrontò e superò le difficoltà di due guerre mondiali, scendendo a patti con i fascisti e riuscendo a ripartire grazie all’aiuto degli americani, in particolare grazie alla collaborazione con Walt Disney. Quello di Mondadori è un sogno che affonda le radici nella sua infanzia, quando leggere era un privilegio. Cruciale per lui fu il supporto di una maestra. Situazione in cui si rivede alla perfezione lo stesso Michele Placido: “Io non andavo bene a scuola, – rivela l’attore – ma ero carino, ero un bel ragazzo. La mia maestra mi diceva di tenere la bandiera quando entrava in classe l’ispettore e di recitare una poesia. Avevo nove o dieci e recitavo tutte le volte che veniva un ispettore. La maestra mi diceva che ero bravo e che quella era la mia strada”.
Un percorso similare, quello tra Mondadori e Placido, che riverbera anche nel rapporto con i figli. Cruciale nella docufiction è quello tra Arnoldo e il figlio Alberto – interpretato da Flavio Parenti -, che diede vita a uno scontro di prospettive ricchissimo anche se non privo di tensioni. Il figlio di Michele Placido, Brenno, che interpreta Arnoldo da giovane, capisce alla perfezione la scomoda posizione di Alberto, figlio d’arte diviso tra la responsabilità del nome che porta e il desiderio di percorrere la propria strada. “Mondadori era di umili origini, veniva da una grave situazione di povertà e in qualche modo, con la sua determinazione e caparbietà, è riuscito a realizzare i suoi sogni. – spiega l’attore – Quindi vedo un parallelismo con la storia di mio papà: terzo di otto fratelli, figlio di un geometra e di una ristoratrice, scappato dal paese per inseguire i suoi sogni, per diventare attore. Per me che invece sono cresciuto, come dire, in una situazione un po’ più agiata, per me questo è un grande insegnamento di cosa significa realizzare i propri sogni. Mondadori e mio padre per me sono due esempi straordinari”.
I parallelismi tra i due però finiscono qui. Mondadori era infatti dotato di una capacità rarissima, ovvero quella di tenere “un piede nella cultura e uno nei soldi”. Come spiega lo stesso Michele Placido: “La sua passione per l’editoria assomiglia alla mia per la recitazione, e anche io ho aperto una piccola azienda che fa cultura. Mondadori in più aveva un altro grande talento: quello di trasformare le sue idee in industria. Io sono un pessimo gestore della parte finanziaria. Se ne occupa mia moglie insieme a una decina di ragazze, tutte donne. Anche il mio film su Caravaggio lo hanno messo in piedi loro, io sarei stato incapace”.
Arnoldo Mondadori – I libri per cambiare il mondo è la prima docu-fiction che racconta la vita e il lavoro di un grande editore, ma non sarà l’ultima. Come spiega la produttrice Gloria Giorgianni, nipote della grande editrice Elvira Sellerio, “l’obiettivo è quello di fare un racconto continuo degli editori italiani, ce ne sono tanti e non hanno il giusto spazio nel racconto generalista. È importante ricordare quanto è significativo investire nella cultura, perché quando non lo si fa le conseguenze si vedono”. Questo primo passo nell’appassionante storia dell’editoria italiana inizia il 21 dicembre, data in cui la docu-fiction con Michele Placido debutterà in prima serata su Rai 1.
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