Pierre Cardin, il segreto in un film

Alle Giornate degli Autori l'anteprima del documentario House of Cardin di P. David Ebersole, Todd Hughes, in sala nel 2020 con I Wonder Pictures, in collaborazione con Sky Arte e Unipol Biografilm


VENEZIA – A 97 anni “lavoro ancora tutti i giorni, è la mia ragione d’essere e di esistere. Il mio progetto è continuare a vivere, voglio passare i 100 e ricominciare”. Lo dice con una voce sottile, lo spirito lucidissimo, un sorriso garbato e lo charme di un uomo che ha sempre guardato avanti e non ha mai avuto paura di rischiare, Pierre Cardin, o meglio Pietro Costante Cardin, nato a Sant’Andrea di Barbarana (Treviso), nel 1922, ma cresciuto in Francia dall’età di due anni, dopo che i genitori all’avvento del fascismo avevano deciso di lasciare l’Italia. La leggenda della moda è arrivata al Lido per l’anteprima del documentario sulla sua vita, House of Cardin di P. David Ebersole e Todd Hughes, presentato come evento speciale dalle Giornate degli Autori, e in arrivo in sala nel 2020 con I Wonder Pictures, in collaborazione con Sky Arte e Unipol Biografilm Collection. Un viaggio che esplora in ogni aspetto l’Enigma Cardin, vista la riservatezza dell’uomo, e la capacità dell’artista e uomo d’affari di creare un impero (dal valore che ha toccato in passato, pare, il miliardo di dollari), innovando nello stile, legando il suo nome a centinaia di prodotti e con una capacità senza uguali di esportare haute couture all’estero. Ha anche vinto sfide apparentemente impossibili, come affermarsi sul mercato sovietico o cinese, dalla fine degli anni ’70. “Bisogna avere un grande volontà e desiderio per creare cose nuove, poi io adoro rischiare”, aggiunge. Perché oggi gli stilisti rischiano meno? “E’ un problema loro, non mio”, risponde pronto, comunque, “ogni stilista ha la sua personalità, non giudico”. La moda, “è un riflesso del pensiero, permette alle persone di esprimere la propria personalità”. Nella vita ha rimpianti? “No, ho vissuto una vita meravigliosa, di lavoro e rispetto”.

Cardin “è un imperatore totale” dice nel film non fiction Jean-Paul Gautier, intervistato fra gli altri, con Sharon Stone, Naomi Campbell (che considera Cardin “un rivoluzionario”), Dionne Warwick, Alice Cooper (protagonista del primo concerto rock nello spazio teatrale Espace Cardin, che lo stilista, grande appassionato di teatro, ha avuto per 52 anni), Philippe Starck, Jean Michel Jarre e tanti amici e collaboratori. Ma la star è lui, attraverso le immagini e le interviste di repertorio unite al racconto in prima persona. Un ritratto nel quale dimostra la sua franchezza e apertura, parlando del suo percorso lavorativo e artistico ma anche della sua vita privata, come i grandi amori con André Oliver (morto nel 1993 di Aids) e Jeanne Moreau: “Amo la virilità in un uomo e la femminilità in una donna, come con l’acqua e il vino, non mi piace mischiare”, dice nel film. Tra le donne che ha vestito, famose e non, non fa distinzioni: “ho amato vestirle tutte” Cosa rende una donna bella? “L’interiorità – spiega – le persone possono essere belle solo se lo sono dentro se stesse”. Nel film c’è anche un accenno, al sogno che aveva Cardin di costruire una torre/scultura di 60 piani a Venezia: “L’idea era di erigerla a Marghera, sarebbe stata una sorta di città verticale, Pierre la vedeva come un punto di luce – spiega a fine conferenza stampa il nipote dello stilista Rodrigo Basilicati, stretto collaboratore del prozio -. Il progetto è stato bloccato per un vincolo ambientale che pare neanche ci sia. Vedremo in futuro”.

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06 Settembre 2019

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