VENEZIA – Italian Pavilion pieno di amici commossi per il ricordo di Piera Degli Esposti voluto da Francesco Rutelli e organizzato insieme a Cinecittà. Un momento di sospensione, nelle attività frenetiche del Lido, per testimoniare l’amore e la stima verso questa attrice/autrice unica nel panorama italiano, tra teatro, cinema, televisione, poesia, performance libere, vita vissuta pericolosamente.
“Abbastanza unica” la definisce Nanni Moretti, “colta e coraggiosa” è per Marco Bellocchio, “con un particolare istinto nel capire chi le voleva bene” secondo Giuseppe Tornatore. Sono alcune delle testimonianze contenute in un documentario del 2013 realizzato da Peter Marcias, Tutte le storie di Piera, e riproposto in breve sintesi. “La sentivo quasi tutti i giorni – racconta il regista sardo – e volli che nel film su di lei ci fosse solo la sua bellissima voce senza il volto. Ti devono raccontare gli altri, le spiegavo”.
Nicola Maccanico, Roberto Cicutto, Piero Maccarinelli, Laura Delli Colli, Piera Detassis… In tanti hanno voluto dedicarle un pensiero. “Piera ci ha lasciati in un momento inadatto, ad agosto, quando è difficile incontrarsi e riunirsi, e abbiamo pensato che il titolo ‘genio italiano’ fosse un modo per raccontare qualcosa di lei”, dice Rutelli, aprendo l’incontro informale e affettuoso. “La storia della cultura e dell’arte in Italia deve celebrare i propri miti – afferma Nicola Maccanico, ad Cinecittà – ed è attraverso la memoria che possiamo immaginare un futuro all’altezza della nostra storia. Le rendo l’omaggio di Cinecittà, anche a nome del presidente Chiara Sbarigia, ma anche l’omaggio mio personale, perché è stata una meravigliosa donna, anticonformista nel senso che aveva la propria visione delle cose, non perché volesse andare contro. La sua versatilità era capacità di fare cose tanto diverse ed essere sempre credibile. Ma i grandi non hanno confini e barriere. Oggi, giustamente, c’è molta attenzione al mondo femminile, ebbene il suo talento è emerso in un’epoca in cui questo non era automatico, ma lei lo ha proposto come qualcosa di naturale”.
Fragile e leonessa, per Giorgio Gosetti, delegato generale delle Giornate degli Autori. “E’ stata tantissime cose, tra cui anche regista d’opera. Le piaceva mettere ordine, dirigere, e forse incuteva timore nei registi per questo, ecco perché non le offrivano un ruolo da protagonista assoluta”. Gianluca Farinelli (Cineteca di Bologna) ne ricorda le origini. “Bolognese come Laura Betti, che era più grande di lei per età, ha attraversato la stagione migliore del teatro italiano, quella della sperimentazione, arrivando al cinema. La amavano Eduardo De Filippo, i Taviani, Tornatore. Il suo libro, Storia di Piera, scritto con Dacia Maraini, diventerà un film con Marco Ferreri”.
La quasi omonima Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia del Cinema Italiano, la ricorda scherzosamente, tra aneddoti ed equivoci: “Ricordo in particolare la sua lettura di Achille Campanile vista a Milano in teatro. E poi… quante copie di Storia di Piera mi sono state regalate, e quante confusioni tra me e lei ai David di Donatello quando ci chiamavano per nome per assegnarci i biglietti. Intervistarla era quasi impossibile, era lei che intervistava te e poi rispondeva a delle domande che tu non avevi neppure pensato. Ultimamente diceva spesso di voler fare il commissario, tanto da aver scritto un romanzo giallo, perché si sentiva un’investigatrice nata, che voleva sapere tutto sulle coppie, le separazioni e le ‘frulle’ ovvero le cotte”. Laura Delli Colli, presidente Sngci e Fondazione Cinema per Roma, ne ricorda la “speciale sintonia con le donne” e l’episodio celebre del suo innamoramento per Robert Mitchum che aveva dato vita anche a un autoironico cortometraggio.
Infine, l’intervento del fratello dell’attrice, Franco Degli Esposti: “A questo ricordo manca un aspetto che la gratificava molto: dopo ogni spettacolo voleva il mio parere, io le dicevo che era stata bravissima, ma lei mi chiedeva: ma ero bella? Teneva molto a questo. Io allora le dicevo che il suo sorriso illuminava tutto”. Il fratello immagina che se ne sia andata il 14 agosto, insieme alle stelle cadenti, ricorda poi le parole di Eduardo De Filippo quando la ascoltò recitare per la prima volta: “Chisto è ‘o verbo nuovo, in chista voce ce sta ‘o cielo e ‘o mare”. Infine l’auspicio che “la sua memoria non passi, e alcune di queste sue tracce e contributi, possano in qualche sede opportuna essere visibili, tra queste i copioni che riempiva di disegni e di appunti”. Un auspicio raccolto dal presidente dell’Anica Rutelli. Che ha condiviso un momento personale: “Anche da malata mi diceva: vorrei recitare così, con la cannula dell’ossigeno. Me lo faranno fare?”.
L’incontro è visibile sul sito www.italianpavilion.it
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