Philippe Garrel, amore e tradimento in bianco e nero

L'ombre des femmes ha aperto la Quinzaine des Réalisateurs, che stasera consegna la Carrosse d'Or a Jia Zhangke


CANNES – “La sceneggiatura di questo film non è divertente, eppure il pubblico in sala esplode spesso in grasse risate. Credo che accada perché tutti noi abbiamo vissuto quelle situazioni ed emozioni: viviamo tutti nella monogamia, il che risulta enormemente repressivo, e allora ridiamo per sfogarci”. L’ombre des femmes, il nuovo film di Philippe Garrel, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs come titolo di apertura, non è in effetti una commedia, ma spesso fa ridere. Girato in bianco e nero, ritrae un classico triangolo amoroso: Pierre (Stanislas Merhar) e Manon (Clotilde Courau, la moglie di Emanuele Filiberto) sono sposati e lavorano insieme alla realizzazione di un documentario. Ma lui incontra Elisabeth (Lena Paugam) e instaura con lei una relazione fatta di solo sesso, sulla cui inopportunità si autoassolve senza alcuno sforzo – “Sono un maschio, è normale” – finché non scopre qualcos’altro che riguarda sua moglie Manon…

“Per me L’ombre des femmes è un film sull’uguaglianza tra uomini e donne – ha scritto il regista di Les amants réguliers – il che significa che bisognava sostenere moltissimo il personaggio femminile e andare contro l’uomo: il cinema è stato concepito da uomini e sono sempre loro che orientano le nostre rappresentazioni, i nostri modi di vedere e di raccontare, anche se per fortuna ci sono sempre più donne che fanno film. Ma credo che il cinema funzioni in maniera tale che se si mettono il personaggio maschile e il personaggio femminile in condizione di uguaglianza, il racconto tende comunque a rafforzare la posizione dell’uomo”. Ed ecco che ne L’ombre des femmes (L’ombra delle donne) le risate nascono dalla disarmante facilità con cui Pierre giustifica il suo egoismo e la sua pochezza e dalla falsità che, più tardi, si scoprirà non riguardare solo lui. L’ombre des femmes è girato in bianco e nero: una scelta cara al regista, ma anche dettata da motivi economici. “Le due attrici hanno recitato senza trucco, e non avrebbero potuto se il fosse stato girato a colori, e poi per risparmiare e non spostare il camion di produzione abbiamo girato tutto il film a Parigi nel raggio di 800 metri. La crisi ha dimezzato tutti i nostri budget: oggi siamo nell’era del cinema della crisi”.

Subito prima del film, la Quinzaine ha proiettato una rarità: il cortometraggio di 6 minuti Actua 1 firmato da Garrel quando aveva 20 anni, nel maggio 1968, e recentemente ritrovato, mentre stasera la sala del Marriott ospiterà la consegna del premio Carrosse d’Or – assegnato dalla Société des Réalisateurs de Films a Jia Zhangke. Il regista sarà protagonista di una masterclass moderata da Olivier Père subito dopo la proiezione del suo film Platform e prima di ricevere il riconoscimento alle 19.30.

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14 Maggio 2015

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